Nutrizione

Cos’è il bubble tea?

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Negli ultimi anni, il bubble tea ha conosciuto una certa diffusione anche in Italia. Colorato, personalizzabile, dolce e ricco di consistenze diverse, il bubble tea è più di una semplice bevanda: è diventato un fenomeno culturale, soprattutto tra i più giovani. Ma al di là del suo aspetto invitante, è importante sapere che si tratta di un prodotto che richiede qualche attenzione sul piano nutrizionale.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Elisabetta Macorsini, biologa e nutrizionista di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Milano.

Che cos’è il bubble tea?

Il bubble tea nasce a Taiwan negli anni Ottanta. Di base è un, che può essere nero, verde o oolong, a cui si aggiungono latte vaccino, oppure bevande vegetali, dolcificanti e, soprattutto, le famose perle di tapioca: palline gommose e traslucide a base di amido, che si raccolgono sul fondo del bicchiere e si sorseggiano con una cannuccia larga. 

Esistono anche varianti con gelatine, pudding o sfere di frutta che rilasciano succo al morso. Il risultato è una bevanda altamente personalizzabile, spesso servita fredda, che unisce sapori dolci e consistenze diverse.

Quanto bubble tea si può bere?

Non esistono linee guida ufficiali che stabiliscono un consumo massimo di bubble tea. Considerando però il suo elevato contenuto di zuccheri semplici e calorie, non andrebbe assunto tutti i giorni. 

Un bicchierone di bubble tea può contenere tra le 200 e le 500 kilocalorie, a seconda degli ingredienti, con una quantità di zucchero che spesso supera i 30 grammi per porzione. Questo significa che una sola bevanda può oltrepassare la soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che indica di non superare i 25 grammi di zuccheri liberi al giorno per un adulto sano. In un’alimentazione equilibrata, il bubble tea dovrebbe essere considerato un alimento occasionale e non una routine.

Cosa succede se si beve troppo bubble tea?

Il consumo frequente e regolare di bubble tea può avere implicazioni sulla salute. Il primo rischio è l’eccesso calorico, che può contribuire all’aumento di peso, soprattutto se il bubble tea si aggiunge a pasti completi anziché sostituirli. Inoltre, l’alta concentrazione di zuccheri semplici può favorire picchi glicemici, aumentando il rischio di insulino-resistenza e, nel tempo, di sviluppare diabete di tipo 2

Le perle di tapioca, essendo costituite principalmente da amido, non offrono benefici nutrizionali degni di nota e, in grandi quantità, possono rallentare la digestione e causare gonfiore o stitichezza.

Alcune versioni della bevanda, arricchite con panna vegetale o topping cremosi, sono anche ricche di grassi saturi, un ulteriore elemento da monitorare.

Qual è il miglior tipo di bubble tea?

Se si vuole continuare a bere bubble tea senza compromettere troppo l’equilibrio alimentare, è possibile fare scelte più attente. 

Molte catene permettono di regolare il livello di dolcezza: chiedere una dose di zucchero ridotta, o addirittura zero, può ridurre drasticamente l’apporto calorico. Preferire il tè semplice o con poco latte rispetto alle versioni più ricche aiuta a contenere sia zuccheri che grassi. 

Anche la quantità di perle può essere ridotta, oppure si può optare per topping alternativi meno calorici. Infine, scegliere porzioni piccole è un modo semplice per limitare gli eccessi senza rinunciare del tutto.