Endocrinologia

Cosa sono e a cosa servono le paratiroidi?

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Le paratiroidi sono quattro piccole ghiandole situate accanto alla tiroide. Sebbene meno conosciute, hanno un ruolo fondamentale nel buon funzionamento dell’organismo. 

A cosa servono le paratiroidi? Ne parliamo con la dottoressa Rosa Miranda Testa, endocrinologa responsabile dell’Ambulatorio Tiroide di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Paratiroidi: a cosa servono

Le paratiroidi sono centrali nella regolazione del calcio nell’organismo, perché contribuiscono a mantenerne i livelli corretti.

Queste ghiandole producono il paratormone (PTH), un ormone che regola il metabolismo di calcio, fosforo e vitamina D interagendo con ossa, reni e intestino. In base alle necessità dell’organismo, il paratormone favorisce il riassorbimento o l’eliminazione di queste sostanze per garantirne un giusto equilibrio.

Un eccesso di attività delle paratiroidi può sfociare nell’iperparatiroidismo primario. In questo caso, i livelli di PTH aumentano in modo incontrollato, spesso a causa della formazione di uno o più adenomi, tumori benigni che producono paratormone senza controllo. Questo causa un aumento anomalo di calcio nel sangue (ipercalcemia), con ripercussioni che vanno a intaccare le ossa – conducendo all’osteoporosi; reni – portando alla calcolosi dovuta alla maggior quantità di calcio che devono espellere, il cuore – attraverso aritmie cardiache, e il sistema nervoso, portando a problemi neurologici.  

Come avviene la diagnosi di iperparatiroidismo primitivo? 

Individuare un eccesso di paratormone è relativamente semplice, ma comprendere la causa alla base di questo aumento può essere complesso. Non sempre, infatti, il problema è direttamente legato a un malfunzionamento delle paratiroidi. Un’elevata produzione di paratormone può dipendere da carenza di vitamina D o bassi livelli di calcio, oppure essere associata ad altre patologie.

Quando gli esami del sangue e delle urine confermano la presenza di iperparatiroidismo primario in uno stadio avanzato, è necessario cercare l’adenoma responsabile. Questa ricerca può risultare complicata, poiché le paratiroidi malate possono avere dimensioni minime, nascondersi dietro i lobi tiroidei, o situarsi in profondità nel collo o nel torace superiore. Il primo approccio diagnostico prevede un’ecografia, che deve essere eseguita da medici esperti. Nei casi più complessi, si ricorre a tecniche avanzate come la scintigrafia delle paratiroidi o la PET con traccianti specifici.

Come prevenire l’iperparatiroidismo primitivo?

L’unica forma prevenibile è l’iperparatiroidismo secondario a carenze. Questo tipo può avere effetti molto dannosi sul tessuto osseo, ma può essere evitato seguendo una dieta adeguata e, se necessario, assumendo integratori di calcio e vitamina D. Alimenti ricchi di calcio, come i latticini, la frutta secca e alcune acque minerali sono utili in questo senso. La vitamina D, invece, può essere sintetizzata dall’organismo tramite una corretta esposizione al sole, osservando le opportune precauzioni.