La cistite è un’infiammazione della vescica, caratterizzata da sintomi come bruciore vescicale e uretrale, minzione frequente e dolorosa, e in alcuni casi dalla presenza di sangue nelle urine (ematuria).
Quali sono le cause e quali i rimedi? Ne parliamo con la dottoressa Greta Garofalo, ginecologa di Humanitas Mater Domini.
Le cause della cistite
La cistite può essere provocata da vari fattori, tra cui:
- Infezioni. l’agente patogeno coinvolto, nell’85-90% dei casi, è l’Escherichia Coli.
- Variazioni improvvise di temperatura. Questo tipo di cistite viene comunemente definito “cistite da freddo”.
- Rapporti sessuali. Si parla di cistite post-coitale quando i sintomi insorgono entro 24-72 ore dal rapporto sessuale; l’infiammazione è generalmente associata a un trauma meccanico durante il rapporto, soprattutto in situazioni di insufficiente lubrificazione vaginale.
Perché i rapporti sessuali possono scatenare una cistite?
La vicinanza tra vescica e vagina rende la vescica vulnerabile a traumi meccanici, specialmente se non c’è abbastanza lubrificazione.
L’uretra è circondata da una rete di vasi sanguigni che, durante l’eccitazione, si congestionano, formando un “manicotto” protettivo per l’uretra e il trigono vescicale, riducendo l’impatto meccanico della penetrazione. Tuttavia, in presenza di rapporti dolorosi o se i muscoli vaginali sono tesi, le condizioni anatomiche e ormonali possono accentuare l’effetto negativo sulla vescica. Il dolore, infatti, è uno dei principali inibitori della lubrificazione vaginale e della congestione genitale, che normalmente si verifica con l’eccitazione.
La cistite è spesso associata a dolore vulvare (vulvodinia) e vestibolite vulvare (infiammazione dell’introito vaginale). Esiste, quindi, una correlazione tra cistiti e sintomi sessuali, come secchezza vaginale e dolore all’inizio del rapporto.
Altri fattori che possono contribuire alla cistite post-coitale potrebbero essere:
- Carenza di estrogeni. La menopausa, l’uso di contraccettivi ormonali e allattamento possono rendere la vescica più suscettibile a infezioni e traumi.
- Stipsi. Aiuta l’infezione da Escherichia Coli attraverso la traslocazione batterica dall’intestino alla vescica.
- Eccessiva contrazione dei muscoli del pavimento pelvico. L’ipertono del muscolo elevatore dell’ano può rendere il rapporto doloroso.
- Fattori chimici o fisici. Trattamenti come radioterapia e chemioterapia possono aumentare il rischio di cistite.
Cosa accade in caso di cistite infettiva?
In passato, si credeva che un’infezione fosse presente solo se si riscontrassero batteri nelle urine. Pertanto, in mancanza di batteri evidenti, la condizione veniva considerata “normale” anche in presenza di sintomi. Oggi sappiamo che non è sempre così. Quando l’Escherichia Coli raggiunge la vescica, perde la sua capsula protettiva e penetra nell’urotelio, lo strato di cellule che riveste l’interno della vescica. Qui, il batterio si moltiplica, formando una “comunità batterica intracellulare” o “biofilm patogeno”. Questo biofilm rende i batteri meno vulnerabili agli antibiotici e alle difese immunitarie, causando uno stato di infiammazione cronica che è pronta a riattivarsi non appena le difese immunitarie si abbassano o si presentano fattori scatenanti.
Durante questo processo, l’infiammazione provoca sintomi come:
- Intenso senso di peso nella zona sovrapubica.
- Aumento della frequenza urinaria (la donna può trovarsi a urinare fino a 20-30 volte al giorno, emettendo piccole quantità di urina, aggravando il disagio).
- Dolore durante il riempimento della vescica.
Cistite, gli esami per la diagnosi
Per una diagnosi precisa, è fondamentale stabilire le cause dell’infiammazione e possono essere indicati esami quali:
- Esame delle urine e antibiogramma per identificare il batterio responsabile.
- Tampone uretrale se si sospetta un’infezione ricorrente.
- Valutazione estrogenica e pH vaginale attraverso una visita ginecologica. Blocchi mestruali prolungati causati da diete o stress, così come amenorree post-puerperali o post-menopausali, possono associarsi a cistiti da carenza estrogenica.
Infine, bisogna accertare le condizioni dell’intestino e valutare il partner clinicamente, ad esempio attraverso un esame colturale del liquido seminale e un tampone uretrale con antibiogramma.
Come si cura la cistite?
Il trattamento della cistite dipende dalla causa scatenante. Il ginecologo può suggerire diverse terapie, tra cui:
- Modulazione dell’infiammazione. L’uso di palmitoiletanolamide riduce l’iperattività dei mastociti, cellule di difesa implicate nell’infiammazione cronica.
- Trattamento della secchezza vaginale e del dolore durante i rapporti.
- Rilassamento dei muscoli perivaginali con tecniche come auto-massaggio, stretching o biofeedback elettromiografico, che possono aiutare a ridurre le contratture.
- Normalizzazione del pH e dell’ecosistema vaginale attraverso l’uso di acido borico, vitamina C e lattobacilli, specialmente dopo cicli antibiotici.
- Terapia per la stipsi, attraverso un miglioramento dell’alimentazione e idratazione, o consulto gastroenterologico, soprattutto in caso di colon irritabile, per indagare intolleranze alimentari come glutine, lieviti e lattosio.
- Antibiotici, in caso di cistite infettiva e dopo antibiogramma.
- Integrazione di destro mannosio (uno zucchero inerte estratto dalla corteccia di betulla) ed estratti di mirtillo rosso, che diminuiscono l’aggressività dell’Escherichia Coli sulla mucosa vescicale, e N-acetil-cisteina, che scioglie la rete proteica dei biofilm patogeni.
- Cura del partner in caso di infezioni ricorrenti a trasmissione reciproca.
Come prevenire la cistite?
Per prevenire e gestire gli episodi acuti e ricorrenti delle infezioni delle vie urinarie, è bene adottare abitudini corrette, come:
- bere almeno un litro e mezzo di acqua oligominerale. Una scarsa idratazione durante la giornata può aumentare il rischio di cistiti e calcoli renali.
- Urinare prima e subito dopo il rapporto, perché non farlo può contribuire all’insorgenza di cistiti post-coitali.
- Evitare di trattenere l’urina per lunghi periodi durante la giornata.
- Non fumare. Il fumo danneggia la vescica, peggiora i sintomi della cistite, provoca infiammazione cronica e diminuisce l’efficacia delle terapie, aumentando il rischio di tumore vescicale.
- Mantenere una corretta igiene intima.
- Indossare biancheria intima in cotone bianco ed evitare indumenti attillati.
- Praticare attività fisica quotidiana, che aiuta a rafforzare il sistema immunitario e regolare la funzione intestinale.
- Utilizzare un lubrificante in caso di secchezza e atrofia vulvovaginale, specialmente prima dei rapporti.
