Prevenzione

Smettere di fumare per prevenire il tumore ai polmoni

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Smettere di fumare per prevenire il cancro

Ad un anno dalla scomparsa del prof. Gianni Ravasi, punto di riferimento per chi ne ha condiviso il percorso personale e professionale, la sezione di Milano della Lega Italiana Lotta ai Tumori ha voluto ricordarlo con un convegno interamente dedicato a lui. La giornata è stata l’occasione per fare il punto sul significato della prevenzione e della diagnosi precoce oggi.

Gli ultimi studi della ricerca contro il cancro ai polmoni

Alcuni studi italiani presentati oggi dimostrano come la Tac-spirale non sia utile per capire se un forte fumatore sta o meno sviluppando un tumore al polmone. L’esame, infatti, non migliorerebbe la mortalità della popolazione in generale che sviluppa questo cancro. Secondo alcuni scienziati sottoporre i fumatori a una ‘Tac spirale’ periodica permetterebbe di scovare i tumori quando sono ancora a uno stadio molto iniziale, migliorando quindi le speranze di guarigione. Gli studi presentati oggi, invece (come il ‘Dante’ dell’Humanitas di Rozzano, e il ‘Mild’ dell’Istituto nazionale tumori) hanno paragonato i fumatori sottoposti a Tac spirale con quelli che invece non facevano alcun esame, scoprendo che tra i due gruppi non c’era quasi differenza.

Smettere di furmare è la salvaguardia dei polmoni

“Penso sia il momento di cambiare alcuni dogmi, presenti nell’oncologia da più di 30 anni – spiega all’ANSA Ugo Pastorino, responsabile della chirurgia toracica dell’Int – e che adesso rappresentano un limite alla ricerca di soluzioni nuove. Uno di questi è che dall’anticipazione della diagnosi e delle cure sarebbero venuti grandi risultati in termini di miglioramento e di riduzione della mortalità. I dati però dimostrano che non è così, ci sono stati dei lievi miglioramenti ma che sono molto inferiori rispetto a quelli dati dalla prevenzione primaria, come lo smettere di fumare: è questo il terreno sul quale si possono ottenere i migliori risultati”. A giugno l’Int presenterà al congresso mondiale di Amsterdam i dati dello studio Mild: “saranno dati interessanti – conclude Pastorino – posso solo anticipare che i fumatori del gruppo di controllo, che non fanno esami, non devono affatto preoccuparsi”. Anche i dati preliminari dello studio Dante “indicano che i benefici per la popolazione dell’anticipazione della diagnosi – spiega Maurizio Infante chirurgo toracico dell’Istituto Clinico Humanitas – sono inferiori a quello che ci si aspettava”.