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Mal di schiena: lo sport come prevenzione

09/12/2002

Che rapporto c’è tra il mal di schiena è la pratica degli sport? L’attività sportiva può aiutare a curare o prevenire problemi alla colonna vertebrale? O quando, piuttosto, si rende necessario fare una ginnastica mirata nell’ambito di un esercizio da definirsi, però, non sportivo, ma terapeutico? Ne abbiamo parlato con il dottor Lorenzo Panella, specialista in Riabilitazione e Recupero funzionale.

Il mal di schiena può essere causato dalla pratica sportiva?
Nella maggior parte dei casi la lombalgia è dovuta a cause posturali, cioè posizioni scorrette mantenute nel tempo, per esempio dovute al tipo di lavoro che si svolge. Si può dire, insomma, che la lombalgia è figlia della sedentarietà. L’esercizio fisico, di solito, è l’arma terapeutica per la rimozione della causa del mal di schiena. Mentre per controllare o eliminare il dolore, che ne è l’effetto, le armi sono infinite: dall’approccio farmacologico, al termalismo, all’atto manipolativo, alla terapia fisica, all’agopuntura, alla chirurgia.

L’attività fisica, quindi, è un buon modo per prevenire la lombalgia?
Di sicuro, ma contrariamente a quanto si pensa, non basta fare un esercizio qualunque o dire ‘io vado a nuotare’, ‘io vado a giocare a calcio’, ‘io vado in palestra’ per eliminare il mal di schiena.

Ma c’è uno sport che più di un altro si può considerare utile per il bene della colonna?
Non esiste uno sport di cui si possa dire e che ‘fa bene alla schiena’. L’esercizio fisico aiuta ad avere una colonna vertebrale sana se agisce: sul potenziamento addominale, perché così si scarica il peso in avanti e si risparmia sforzo al segmento lombare basso che sopporta il carico maggiore; sullo stretching degli ischiocrurali (muscoli posteriori della coscia) e del paravertebrale, perché a una tensione di allungamento corrisponde un rilasciamento. La sedenteriatà e le posture anomale, infatti, provocano contratture progressive di questi muscoli, quindi, più questi sono rilassati, meglio stanno e meglio sopportano le sollecitazioni che la vita quotidiana dà al segmento lombare basso. Se c’è dolore, comunque, occorre la valutazione medica del problema e l’intervento terapeutico mirato che è diverso dalla pratica sportiva.

Al contrario può lo sport far male, anche a un rachide cervicale sano?
Qualunque tipo di attività sportiva, sia essa praticata a livello agonistico o amatoriale, incidenze sul rachide, persino il nuoto, che è uno degli sport da sempre consigliato come salvaguardia della colonna. Lo sport in generale, peraltro, dal bambino all’anziano, fa sicuramente bene e ci sono migliaia di articoli in letteratura che ne documentano l’efficacia perché favorisce lo sviluppo armonico del sistema muscolare e scheletrico, la salute del sistema cardiovascolare e il benessere di tutto il corpo, se fatto con cautela, secondo il fondamentale criterio di compatibilità con l’età anagrafica e le proprie condizioni generali. È l’esasperazione che non va mai bene. Detto questo, al di là delle comuni aspettative, ci sono sport molto praticati, sia di squadra, sia individuali, come calcio, sci, pallacanestro, ciclismo, che, pur avendo una maggiore incidenza di rischi su altre parti del corpo, possono comunque danneggiare la colonna vertebrale sana.

In che modo?
Fondamentalmente per l’incidenza nella pratica di microtraumi continui (es. nuoto agonistico), movimenti improvvisi (azioni pallacanestro), posture scorrette (bicicletta), traumi diretti (come cadendo sugli sci).

Perché da sempre si consiglia ai bambini con scoliosi di fare nuoto?
Quando parliamo di scoliosi nei bambini bisogna, attraverso una visita medica ed una radiografia della colonna, distinguere tra un paramorfismo, come ad esempio un atteggiamento scoliotico, ed un dismorfismo, cioè una scoliosi vera e propria sostenuta da un danno anatomico patologico al corpo vertebrale che condiziona l’entità della curva. E in questi casi è utile, sempre e comunque, praticare attività sportiva, ma questo vale sia per il nuoto sia per gli altri sport. L’indicazione generale che deve essere data è per uno sport simmetrico. Tuttavia, anche l’asimmetricità del tennis non va considerata una controindicazione assoluta. Lo sport si consiglia perché sviluppa, tonifica e irrobustisce la massa muscolare costituendo e rafforzando in questo modo quella che è l’impalcatura della colonna vertebrale. Se al bambino piace solo il tennis, va bene ugualmente, purché si facciano i previsti esercizi di compensazione dell’assimmetria. Tutto il resto che si sente dire è frutto delle mode. Per esempio, si è detto per anni che alle bambine faceva bene la danza per la schiena piuttosto che ai maschi il karatè, invece poi la letteretura ha spiegato che l’iperlassità legamentosa, conseguenza, per esempio, dello sforzo per la spaccata nella danza o nel karaté per sollevare il piede fino all’altezza della fronte, ha incidenze dannose sulle faccette articolari e sulle strutture che stabilizzano vertebra e vertebra, perché le ipersollecita esercitando un sovraccarico di fatto negativo.

Nelle prossime settimane verranno esaminati, sport per sport, quali lesioni e nel corso prevalentemente quali movimenti o momenti di gioco mettono a rischio la salute della colonna vertebrale. E quali terapie riabilitative sono più efficaci per riprenderne senza rischi la pratica. Se avete interesse che venga trattato un tema particolare scrivete in redazione!

A cura di Francesca Blasi

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