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Nobel Medicina 2014: il commento della prof.ssa Matteoli

07/10/2014

Premi Nobel della Medicina assegnati ai coniugi norvegesi Edvard e May-Britt Moser e al britannico-americano John O’Keefe per la scoperta di un sistema cellulare di posizionamento nel cervello che rende possibile l’orientamento.

Il commento della prof.ssa Michela Matteoli Responsabile del Programma di Neuroscienze in Humanitas e Direttore dell’Istituto di Neuroscienze del CNR. 

“John O’Keefe per primo, negli anni settanta, individuò i meccanismi neuronali che permettono all’individuo di orientarsi nello spazio. In particolare, O’Keefe scoprì che nell’ippocampo, un’area del cervello che svolge un ruolo essenziale nei processi di memoria a lungo termine, erano presenti alcune cellule che si ‘accendevano’ quando la cavia di laboratorio si trovava in una determinata posizione della stanza. Quando la cavia si trovava in altre posizioni, erano altre cellule ad accendersi. Questo permise a O’Keefe di concludere che questi neuroni, che definì ‘cellule di posizionamento’ (place cells) formavano una mappa dello spazio.

Dopo circa trent’anni, i coniugi  May-Britt ed Edvard Moser aggiunsero un altro tassello alla storia: scoprirono un altro tipo di cellula che rendeva possibile alla cavia di costruire il percorso ideale per spostarsi da un posto all’altro. May Britt ed Edvard chiamarono queste ‘cellule a griglia’ (grid cell). Le cellule a griglia venivano ‘accese’ quando la cavia passava da una posizione all’altra dell’ambiente, e i Moser scoprirono che le posizioni che causavano ‘l’accensione’ delle cellule, nel cervello della cavia, erano organizzate secondo un mosaico di tasselli esagonali, distanti in modo uguale uno dall’altro.

I due studi, integrati, hanno permesso di avere un quadro più chiaro dei meccanismi che permettono all’individuo di orientarsi nello spazio: attraverso la costruzione di una mappa mentale dello spazio circostante, queste cellule costituiscono una specie di sistema di navigazione interno, che è stato quindi spesso definito come ‘GPS cerebrale’.

L’attività delle ‘cellule a griglia’ non richiede la visione da parte dell’individuo, perché le cellule rimangono attive anche quando la luce è spenta e la cavia non è quindi in grado di vedere. Questa evidenza ha confermato l’ipotesi, già proposta dal filosofo Kant, che alcune capacità dell’individuo, quali appunto l’orientamento, esistono nell’individuo come conoscenza innata, che è indipendente dall’esperienza.

Recenti studi di imaging hanno dimostrato che le cellule di posizionamento e le cellule a griglia esistono anche nell’uomo. Questa scoperta può avere implicazioni importantissime in alcune patologie, come la malattia di Alzheimer, in cui le capacità di orientamento spaziale vengono perse a stadi precoci della malattia”.

 

*foto tratta da IlSole24Ore.com

 

A cura di Simona Camarda

 

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