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Montanelli: intolleranze, attenti alle diagnosi “fai da te”

19/06/2007

Molte persone soffrono di intolleranze alimentari. Ma sulla loro manifestazione e sulla diagnosi c’è molta confusione. Quali sono, ad esempio le differenze con le allergie? I test “veloci” che esistono in commercio sono sempre efficaci? Quando è necessaria una valutazione ulteriore, da parte di uno specialista? Ci aiuta a capire il dott. Alessandro Montanelli, responsabile del Laboratorio di Analisi di Humanitas.

Quanto sono diffuse le intolleranze alimentari?
“Il concetto stesso di intolleranza alimentare è spesso motivo di ‘varia interpretazione’ e pertanto di per se stesso fonte di valutazioni alquanto diverse sia in ambito medico che in ambito dell’informazione ad opera dei media. In linea di massima si può dire che si tende a definire come intolleranza, così come allergia, alimentare una serie di eventi che, a fronte di qualche sintomo o semplice malessere, il paziente, ma anche il medico, tende a giustificare o addebitare al fattore ‘esogeno’ alimentare. Quindi sono per certi versi sovrastimate, per certi altri ‘scarsamente diagnosticate’ per la difficoltà di giungere a dati oggettivi sufficienti a formulare una precisa diagnosi”.

Quali sono le più comuni?
“Le più comuni sulle quali sono disponibili dati diagnostici precisi sono certamente la malattia celiaca (intolleranza al glutine), l’intolleranza al lattosio (per deficit dell’enzima lattasi) e l’intolleranza a sostanze ad azione farmacologica presenti nei cibi o a sostanze il cui rilascio nell’organismo è indotto dai cibi stessi (alimenti istamino-liberatori)”.

Qual è la differenza con le allergie? Danno reazioni diverse?
“Dal punto di vista strettamente diagnostico si pone una differenza sostanziale tra le reazioni immunologiche e quelle non-immunologiche, in particolare sono considerate reazioni allergiche quelle mediate da immunoglobuline di classe IgE (presenza di IgE specifiche verso determinati antigeni)”.

Come si fa la diagnosi corretta?
“Per una diagnosi corretta è fondamentale partire con il piede giusto, ovvero riferire il più correttamente possibile al proprio medico di medicina generale i sintomi e le manifestazioni. Solo il medico potrà suggerire il passo successivo che può essere di tipo comportamentale (dieta di esclusione) o ricorrere a specifici accertamenti specialistici”.

Ci sono in commercio dei test “fai da te” o esami del sangue “veloci”. Perché invece è sempre opportuno rivolgersi a un medico?
“Una diagnosi, tanto più se complessa come in questi casi, non può mai avvalersi di un solo dato e/o elemento, ma può essere posta solo grazie ad un insieme di dati a monte dei quali va posta la valutazione anamnestica e clinica del medico di fiducia. I test di laboratorio oggi disponibili sono vari e numerosi; certamente in alcuni casi occupano un importante ruolo diagnostico (come per la celiachia o l’intolleranza al lattosio), in altri costituiscono un semplice elemento da porre a fianco della valutazione clinica e il cui valore e peso merita una assoluta valutazione da parte del medico che li ha richiesti per quello specifico paziente”.

A cura della Redazione

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