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Arteriopatia periferica, lo stretching contro il dolore alle gambe?

29/05/2017

Mezz’ora al giorno di stretching dei muscoli del polpaccio potrebbe ridurre il dolore alle gambe in caso di arteriopatia periferica. È quanto suggerisce una ricerca presentata all’ultimo congresso dell’American Heart Association dedicato ad aterosclerosi, trombosi e malattie vascolari. Il commento della dottoressa Maria Grazia Bordoni, Responsabile di Chirurgia vascolare di Humanitas.

I ricercatori, provenienti anche dalla Florida State University (USA), hanno coinvolto tredici pazienti con arteriopatia periferica. Uno dei sintomi più comuni di questa patologia è proprio l’insorgenza di crampi muscolari: «Il disturbo di questi pazienti è in realtà meglio definito come dolore di tipo crampiforme (da non confondere con il crampo muscolare notturno che ha spesso un’altra origine) che può interessare il gluteo, la coscia, il polpaccio o più distretti contemporaneamente, sempre in relazione all’attività motoria», precisa la dottoressa Bordoni.

«Quando il paziente si mette in movimento i muscoli dei suoi arti inferiori hanno bisogno di maggiore nutrimento ma, poiché le arterie sono malate e in qualche tratto ostruite, il sangue, e quindi l’ossigeno necessario, non arriva in sufficiente quantità. Il muscolo manifesta la sua difficoltà con il dolore che è quindi un campanello d’allarme».

La “claudicatio intermittente”

«Quando il paziente rallenta o si ferma, si ripristina un adeguato rifornimento energetico ai muscoli e il dolore regredisce fino a scomparire. In genere bastano pochi minuti per un recupero completo. Questo è quello che chiamiamo “claudicatio intermittente”: un dolore crampiforme che compare dopo un determinato percorso e si ripresenta costantemente per quel tipo di percorso».

Ai soggetti coinvolti nello studio è stato chiesto di svolgere esercizi di stretching del polpaccio ogni giorno, cinque volte a settimana per 30 minuti utilizzando uno strumento con cui flettere la caviglia di circa il 15%. Dopo quattro settimane di esercizi e quattro di sedentarietà sono state valutate le abilità motorie e la funzionalità vascolare degli individui. Le arterie del polpaccio hanno mostrato una capacità migliore di espandersi per permettere il passaggio del flusso sanguigno. Inoltre gli individui erano in grado di camminare per un numero maggiore di metri nell’arco di sei minuti e di camminare più a lungo prima di fermarsi a causa del dolore.

(Per approfondire leggi qui: Fascite plantare, gli esercizi per lo stretching e il rinforzo muscolare)

«Lo studio – spiega la dottoressa – è condotto su un piccolo numero di pazienti ma conferma un dato già molto noto relativo all’esercizio muscolare e al benefico effetto che questo ha sulla circolazione. L’esercizio di semplice stretching descritto può essere considerato di basso impegno e buona utilità. Ritengo tuttavia che il cammino, condotto con pause adeguate quando compare il dolore muscolare per consentire il pieno recupero prima di riavviarsi, sia da considerare di massimo beneficio. Una camminata di almeno 30-40 minuti, quattro-cinque volte la settimana, dovrebbe essere una buona regola per ciascuno ma è certamente parte integrante della terapia dei pazienti affetti da arteriopatia degli arti inferiori».

«Lo streching passivo con tutore, come indicato in questa pubblicazione, potrebbe avere il vantaggio di poter essere eseguito facilmente anche da anziani, in casa, senza necessità di particolare assistenza».

Oltre allo stretching può essere utile praticare attività fisica?

«Porrei la domanda in forma inversa: lo stretching può essere un surrogato del cammino, quando questo non può essere eseguito (per le condizioni del paziente, per il clima…). L’attività fisica è una parte fondamentale, irrinunciabile, della terapia dell’arteriopatia degli arti inferiori e più in generale della malattia delle arterie, l’arterosclerosi, che è responsabile di molte patologie non solo a carico degli arti inferiori. I pazienti che manifestano iniziali disturbi del cammino legati a malattia delle arterie hanno un grande giovamento dal movimento ed in particolare dal semplice cammino purché esercitato quotidianamente con costanza».

(Per approfondire leggi qui: Cuore, difendiamolo evitando 7 fattori di rischio!)

«Non dimentichiamo che anche altre variazioni nello stile di vita sono ugualmente importanti per migliorare la circolazione delle nostre gambe, prima tra tutte l’astensione dal fumo di sigaretta. Non dobbiamo farci ingannare dall’illusione che un tutore che sottopone a streching le nostre gambe mentre magari noi ci occupiamo d’altro o, peggio, fumiamo una sigaretta, possa proteggerci: il nostro impegno e coinvolgimento sono fondamentali», conclude la dottoressa Bordoni.

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