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Un medico in Uganda

05/11/2004

Il desiderio di non dimenticare il tempo trascorso in Uganda ha portato Alberto Reggiori alla stesura del libro “Dottore, è finito il diesel”. Un libro che racconta la quotidiana normalità di circa 10 anni (1985-1996) vissuti da un medico chirurgo e dalla sua famiglia nell’Africa orientale, praticando la professione, curando i sofferenti nel letto d’ospedale o i moribondi in povere capanne.
“Sarebbe stato un peccato perdere la memoria di un’esperienza così bella, intensa e ricca – racconta l’autore -. Ma sarebbe stato un peccato ancora più grande non comunicarla ad altri”.
Ma che cosa lo ha spinto a scegliere di trasferirsi in Africa per così tanto tempo? E perché proprio in Uganda?
“Mia moglie ed io – spiega – siamo rimasti molto colpiti da un discorso del Papa, che invitava tutti ad andare nel mondo per portare aiuto a chi ne ha più bisogno. Così abbiamo maturato la decisione di andare in Africa, e alla fine abbiamo scelto l’Uganda perché abbiamo seguito degli amici medici, miei ex compagni di Università. Certo all’inizio non pensavamo di fermarci così tanto, dovevano essere due anni. Ma poi l’idea di restare più a lungo si è fatta strada. In questo modo ho avuto occasione non solo di svolgere la mia professione di medico, ma anche di partecipare ad iniziative come la realizzazione di una scuola e l’organizzazione di un’associazione per l’aiuto e la cura dei malati di AIDS”.
Negli anni trascorsi in Uganda, i differenti momenti della vita familiare di Reggiori si sono intrecciati con gli avvenimenti, spesso drammatici, del Paese: colpi di stato, guerre ed epidemie hanno accompagnato momenti belli e sereni come la nascita di tre dei suoi sette figli, la compagnia della moglie e degli amici del luogo, la riconoscenza dei pazienti e l’incontro con le persone incrociate lungo la strada di quegli anni. “Quello che più mi ha colpito, di quest’esperienza, è stato constatare che anche in Africa si può vivere come qui da noi. Certo in condizioni diverse, con meno comodità e meno lussi, magari meno svaghi per il tempo libero. Ma si riescono a stringere rapporti di amicizia veri, che poi rimangono nonostante gli anni e la distanza”.

Alberto Reggiori
Dottore, è finito il diesel
Marietti 1820

A cura di Monica Florianello

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