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Ictus, al via i primi gruppi di mutuo-auto-aiuto

19/02/2008

L’ictus cerebrale colpisce ogni anno in Italia 180 mila persone, rappresentando la prima causa di disabilità e la seconda di morte. Se negli ultimi anni la medicina ha fatto passi da gigante aumentando le possibilità di recupero dei pazienti, la vera sfida rimane la presa in cura dei malati: circa il 30% di quanti sono stati colpiti da ictus necessitano di aiuto per lo svolgimento delle attività di vita quotidiana, mentre più del 70% richiede un’assistenza spesso continuativa.
Per dare una risposta concreta ai bisogni che la ricaduta pratica e psicologica di questa malattia genera sulle spalle non solo dei malati, ma anche dei familiari e di quanti si prendono cura del paziente, Fondazione Humanitas ha promosso il convegno “Ictus: dal curare al prendersi cura”, un momento di aggiornamento sui progressi medici nella cura della malattia e un’occasione per presentare il Progetto ARCO, un percorso integrato a sostegno dei familiari dei malati.
L’evento, gratuito e aperto al pubblico si è svolto sabato 23 febbraio 2008 dalle ore 10.00 alle ore 13.00 presso l’auditorium dell’Istituto Clinico Humanitas, via Manzoni 56 a Rozzano.

“L’ictus, e più in generale la malattia cronica, è la nuova sfida della realizzazione della mission della Fondazione Humanitas – spiega il segretario generale Giuliana Bossi Rocca -: salvaguardare la qualità della vita del malato e della sua famiglia. Informarsi, chiedere e accettare tutto quanto può essere utile, condividere con altri la propria esperienza, lasciarsi aiutare e prendersi cura di se stessi sono suggerimenti che possono facilitare una buona assistenza ad una persona affetta da ictus cerebrale”. In accordo con questa filosofia, ARCO prevede, oltre all’attivazione di numero verde 800 271601, un percorso per i malati e per i familiari, basato su una formazione specifica e su gruppi di mutuo-auto aiuto che, rispetto ai programmi di sostegno più tradizionali guidati da medici, psicologi e assistenti sociali permettono di creare fra i partecipanti una dimensione paritetica e di appartenenza, riconosciuta e accettata attraverso la reale condivisione di esperienze simili.

Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Associazione ITACA, attiva da quasi 10 anni nelle iniziative e nei progetti di prevenzione, solidarietà e assistenza, rivolti a persone affette da disturbi della Salute Mentale e nel sostegno alle loro famiglie. Dallo scorso dicembre, una formatrice professionista dell’associazione guida le riunioni dei gruppi composti da persone che hanno in comune l’esperienza della malattia, sia direttamente come pazienti, sia indirettamente come familiari, con l’obiettivo di formare dei facilitatori volontari che a propria volta possano diventare conduttori di altri gruppi.

A cura della Redazione

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