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Gli algoritmi della salute: Intelligenza Artificiale, big data e machine learning

01/02/2019

L’Intelligenza Artificiale come una “realtà aumentata” in cui i clinici potranno individuare in anticipo la comparsa dei sintomi, la loro evoluzione e le condizioni generali del paziente. Così il Professor Maurizio Cecconi, responsabile di Anestesia e Terapia Intensiva di Humanitas e presidente eletto della Società Europea di Terapia Intensiva ESICM immagina la medicina del futuro. Intelligenza artificiale, big data e machine learning promettono molto: saranno gli algoritmi della salute e permetteranno di fare numerosi passi avanti nella medicina di precisione. Di questi scenari, in particolare in relazione alla terapia intensiva, si discuterà da oggi, venerdì 1 febbraio, a domenica 3 febbraio nel corso del Milan Critical Care Datathon and ESICM’s Big Datatalk, per la prima volta in Italia presso Humanitas Research Hospital di Rozzano. Si tratta di un evento scientifico europeo organizzato dal professor Cecconi insieme al Politecnico di Milano, ESICM e il MIT di Boston.

 

Una rivoluzione che parte dalla gestione dei dati

I medici di oggi, rispetto a quelli del passato, si trovano a gestire una mole sempre più grande di dati. Se da un lato questo è un potenziale vantaggio, dall’altro si pone il problema di trovare un sistema per interpretarli ed incrociarli fra di loro. L’uso incrociato di informazioni mediche a grandi volumi non solo consente e consentirà sempre di più di arrivare prima alla diagnosi, ma anche di generare nuove ipotesi di ricerca e allargare sempre di più l’ambito della medicina preventiva.

 

Il Milan Critical Care Datathon and ESICM’s Big Datatalk

“Di come questa rivoluzione sia ormai alle porte – ha spiegato Cecconi -, se ne discuterà nel corso del Milan Critical Care Datathon and ESICM’s Big Datatalk Milano, evento scientifico europeo organizzato da Cecconi insieme al Politecnico di Milano, ESICM e il MIT di Boston, con 300 iscritti da tutto il mondo”.

“Avere degli algoritmi che ci consentano, ad esempio, di intervenire sulla base dell’evoluzione in tempo reale dei parametri fisiologici del paziente significa realizzare la medicina di precisione – ha quindi proseguito il professore -. Oltre agli algoritmi e alla potenza computazionale, serve una programmazione globale che consenta di condividere i dati tra istituzioni e nazioni. La formazione dei clinici, infine, è fondamentale”.

 

La collaborazione fra medici e ingegneri

Per sfruttare le enormi potenzialità degli strumenti esistenti e di quelli in arrivo, i medici dovranno imparare a collaborare sempre di più con i computer scientist e con gli ingegneri, apprendendo nuovi linguaggi e nuove competenze.

“I nuovi strumenti si affiancheranno alle capacità del clinico, supportandolo – spiega Cecconi – : conoscerne il funzionamento diventerà presupposto del loro utilizzo. Non si tratta di inserire un pilota automatico, ma di maneggiare nuovi e potenti strumenti”.

Per questa ragione, in parallelo ai lavori congressuali, ecco un’iniziativa ideata dal professor Maurizio Cecconi, tornato in Italia dopo 14 anni nel Regno Unito. Il «MIT Critical Care Datathon» sarà una competizione in cui team composti da medici, ingegneri e scienziati dovranno ideare soluzioni per risolvere quesiti clinici utilizzando i dati resi anonimi di 200 mila pazienti contenuti in un database del Mit di terapia intensiva. Le tre soluzioni più performanti verranno presentate a fine settembre a Berlino, al 32esimo congresso annuale della Società Europea di Terapia Intensiva Esicm.

 

 

Per maggiori informazioni sull’evento, clicca qui.

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