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Sport

Tornare a sciare dopo un trauma

20/02/2007

Di solito è il ginocchio a uscire malconcio da un incidente sulle piste. Sci carving e scarponi alti e rigidi sottopongono questa articolazione a forti sollecitazioni, che possono provocare distorsioni e rotture del legamento crociato. Vediamo quali sono gli infortuni più frequenti in chi pratica lo sci alpino e quali sono i corretti tempi di ripresa dell’attività sportiva. Ne parliamo con il dott. Davide Marchettini, specialista presso l’Unità Operativa di Traumatologia II di Humanitas.

Nuovi materiali, ginocchio a rischio
“Il carve, l’attuale sci sciancrato, è più corto rispetto a quello che si utilizzava una volta – spiega il dottor Marchettini – agevola la curva e ne stringe l’angolo, sottoponendo l’articolazione del ginocchio a uno stress torsionale importante, soprattutto se le lamine sono molto affilate. Anche lo scarpone, sempre più alto e rigido, immobilizzando completamente la caviglia, fa sì che tutte le forze vengano trasmesse al ginocchio, senza poter essere attutite dalla caviglia. Per questo motivo le distorsioni e le fratture di caviglia sono quasi scomparse tra chi pratica lo sci alpino, mentre sono in aumento le distorsioni di ginocchio e le rotture del legamento crociato. Se l’energia non assorbita dalla caviglia è maggiore, si arriva alla frattura della tibia (boot fractures): dalle radiografie si può notare che la frattura si manifesta proprio al livello del bordo dello scarpone. Prima di iniziare la stagione sciistica è sempre utile effettuare una preparazione muscolare adeguata, a maggior ragione se si utilizzano sci carving e scarponi alti e rigidi, in particolare per avere un ginocchio pronto a rispondere a tutte le sollecitazioni durante la sciata”.

Dalla distorsione alla rottura del crociato
“Il trauma più frequente in caso di caduta è la distorsione del ginocchio, che può essere associata alla rottura del legamento crociato. In caso di distorsione, i tempi di ripresa dell’attività sportiva variano a seconda delle lesioni riportate.
La rottura del legamento crociato non impone necessariamente una ricostruzione chirurgica, che si rende inevitabile solo nel caso in cui, a fronte di una corretta riabilitazione, il ginocchio risulta instabile o doloroso. Se non si ricorre all’intervento, si può riprendere a sciare in linea di massima dopo 3 mesi. In questo caso la fisioterapia sarà mirata a rinforzare la muscolatura del ginocchio in modo da cercare di sopperire alla mancanza del legamento nell’equilibrare l’articolazione. Se le pretese sportive non sono eccessive, vale sempre la pena di tentare la strada della riabilitazione prima di sottoporsi a un intervento chirurgico. In caso di intervento ricostruttivo, si può ricorrere a tecniche diverse (utilizzando del tendine rotuleo o i tendini semitendinoso e gracile), che comportano differenti tempi di ripresa. La ripresa della corsa e del salto avviene circa dopo 5-6 mesi dall’intervento. Si può riprendere a sciare dopo 7-8 mesi, a patto di avere effettuato una buona riabilitazione. Fino a pochi anni fa si consigliava l’utilizzo di un tutore sia nella fase riabilitativa dopo l’intervento che alla ripresa dell’attività sciistica. La tendenza attuale è quella di non utilizzare più il tutore, nemmeno nel periodo post-operatorio. Se però il paziente si sente più sicuro, potrà indossare il tutore, sia durante la riabilitazione che quando riprenderà a sciare, anche se non è necessario dal punto di vista ortopedico”.

A cura di Elena Villa

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