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Reni e urologia

PSA: cos’è, a cosa serve, quando viene effettuato

20/07/2020

Se in famiglia ci sono stati casi di tumori alla prostata, o se si ha un’età compresa tra i 50 e i 70 anni, o anche se le dimensioni della prostata sono più grandi della norma, è probabile che il proprio medico curante prescriva l’esame del PSA.

Di cosa si tratta? Ne parliamo con i dottori Nicolò Maria Buffi e Massimo Lazzeri, urologi di Humanitas.

Cos’è il PSA?

Il PSA (Antigene Prostatico Specifico) è un enzima che viene prodotto dalle cellule epiteliali della ghiandola prostatica, che ha lo scopo di mantenere fluido il seme anche dopo l’eiaculazione e che permette agli spermatozoi una migliore penetrazione nel collo dell’utero, rendendo più probabile la fecondazione dell’ovulo. 

Misurarlo e tenerlo sotto controllo è molto utile, in quanto il PSA è ritenuto un marcatore di potenziali problemi alla prostata.

Il PSA è un esame di screening?

Nella comunità scientifica è ancora aperto il ruolo del PSA come screening per il carcinoma della prostata. Tale motivo è dovuto alla sua limitata specificità: infatti, il livello di PSA del sangue può variare anche per altri motivi, come un’infezione acuta della prostata – ad esempio una semplice prostatite -, l’assunzione di alcuni tipi di farmaco o l’ipertrofia prostatica benigna, una condizione caratterizzata dall’ingrossamento della prostata, frequentissima negli uomini oltre i 50 anni, che spesso si risolve facilmente attraverso la prescrizione di farmaci e raramente necessita di un intervento chirurgico.

Ciò, ovviamente, limita molto l’efficacia di questo marcatore tumorale nello screening specifico per il tumore della prostata. 

Come avviene l’esame?

L’esame viene effettuato mediante un semplice prelievo di sangue. Il prelievo si esegue in genere al mattino. Il medico suggerirà se è necessario essere a digiuno.

L’esame non è né pericoloso né doloroso. Il paziente può percepire il pizzicore dell’ingresso dell’ago nel braccio.

Cosa significa se il PSA è alto?

Livelli elevati di PSA potrebbero infatti suggerire tanto la presenza di patologie benigne (una prostatite, un’iperplasia prostatica benigna) quanto di condizioni come un tumore della prostata.

Tuttavia, non ci sono chiare evidenze del fatto che a valori più alti di PSA nel sangue corrisponda necessariamente un tumore in corso, se non per risultati molto elevati, che sono comunque piuttosto rari. 

Generalmente, se si riscontrano valori di PSA elevati è utile eseguire una visita urologica necessaria per interpretare il valore del marcatore.

L’urologo potrà decidere, dopo aver visitato il paziente, se richiedere una nuova determinazione del PSA, eseguire una terapia antibiotica nel sospetto di una prostatite, oppure suggerire ulteriori accertamenti quali una ecografia prostatica (utilizzando, per esempio, ecografi di nuova generazione ad alta definizione come quelli disponibili presso Humanitas Rozzano), una risonanza nucleare magnetica o, se necessario, una biopsia.

Ribadiamo in ogni caso la centralità dello specialista urologo che ha le competenze specifiche per interpretare il valore del PSA e condurre il paziente lungo il percorso diagnostico terapeutico appropriato.

 

 

 

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