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Ortopedia

Fascite plantare: perché insorge e come si cura

30/03/2021

Chi sottopone la pianta del piede a sforzi importanti (come per esempio chi pratica sport), ma anche chi conduce una vita sedentaria, potrebbe incorrere nella fascite plantare, un’infiammazione che provoca dolore alla pianta del piede. Questo tipo di infiammazione interessa infatti la fascia plantare, cioè una struttura anatomica fibrosa che collega il calcagno con l’avampiede. 

Il dottor Federico Usuelli, chirurgo ortopedico specializzato nelle patologie di piede e caviglia, responsabile dell’Unità della Caviglia e del Piede in Humanitas San Pio X, ci ha parlato dei sintomi della fascite plantare e dei rimedi a disposizione per chi ne soffre.

Fascite plantare: di cosa si tratta?

La fascite plantare interessa ovviamente la “fascia plantare”, costituita da un insieme di fibre che hanno il compito di assorbire e trasmettere il carico dal retropiede al l’avampiede durante le fasi del passo di appoggio e spinta. 

La fascite rappresenta la causa più comune di dolore alla pianta del piede: si stima che tra tutte le persone che soffrono di dolore al tallone, quattro su cinque siano soggetti proprio a fascite plantare.

Quali sono le cause e i sintomi della fascite plantare?

Sono diverse le possibili cause che portano all’insorgenza della fascite plantare. Può incorrere in questa patologia per esempio chi è in sovrappeso, chi indossa scarpe non adatte, chi pratica sport in modo eccessivo. La fascite può anche manifestarsi in seguito a una contrattura muscolare e in alcune conformazioni del piede. Spesso a far sviluppare questa infiammazione è la concomitanza di due o più di queste cause. 

La fascite plantare si manifesta con dolore alla pianta del piede. Il dolore si presenta in modo più intenso alla mattina, così come quando ci si alza dopo essere stati a lungo a riposo, e quando ci si trova seduti o sdraiati. Se il dolore e l’infiammazione sono localizzati in particolare nella parte posteriore del piede si parla di tallonite, ma esistono anche i casi in cui è l’intera pianta del piede a esserne interessata. 

Quali sono i rimedi per la fascite plantare?

I principali rimedi per alleviare la fascite plantare sono: 

  Lo stretching. Molti casi di fascite plantare sono risolvibili con specifici esercizi di stretching, e non necessitano di una terapia farmacologica. Lo stretching però va eseguito in modo rigoroso, tutti i giorni, al mattino e alla sera, come se si trattasse dell’assunzione di un farmaco. 

  La Tecarterapia. Tecar significa “Trasferimento energetico capacitivo e resistivo”: si tratta di una terapia fisica che viene prescritta per alcuni tipi di traumi e infiammazioni, e che risulta efficace nell’alleviare dolore e infiammazioni al livello di muscoli e articolazioni. La terapia consiste nell’applicare un condensatore sulla zona infiammata: questo grazie a delle correnti di spostamento trasferisce energia biocompatibile ai tessuti interessati, accelerando la naturale riparazione del tessuto da parte dell’organismo.

  Medicina rigenerativa. Esistono delle terapie biologiche adatte alla cura della fascite plantare che si occupano di rigenerazione tessutale. Una di queste utilizza il PRP, cioè un gel contenente piastrine che fa uso di un piccolo prelievo di sangue del soggetto interessato. Questo gel, che contiene fattori di crescita, ha la funzione di rigenerare i tessuti e ridurre sia l’infiammazione che il dolore.

Un’altra terapia di questo tipo è l’utilizzo di cellule mesenchimali, prelevate dal grasso o dal midollo osseo (Medicina Rigenerativa). Queste sono cellule multipotenti, che hanno quindi la capacità di rigenerare i tessuti della zona in cui viene applicata l’infiltrazione.

Entrambe queste tecniche presentano dei benefici nel giro di qualche settimana, ma possono anche rivelarsi inefficaci e richiedere un successivo intervento chirurgico.

  Intervento chirurgico. Nei casi di fascite plantare cronica, in cui anche le terapie di rigenerazione tessutale non ottengono l’effetto sperato, potrebbe essere il caso di procedere con la chirurgia mininvasiva, effettuabile in day hospital e con anestesia locale. Durante l’intervento, che dura circa 15 minuti, tramite una piccola incisione si effettua l’allungamento e la cruentazione della fascia plantare. La cruentazione è una tecnica che provoca un sanguinamento a livello locale che vada a irrorare il tessuto che si trova in stato di ipovascolarizzazione.

L’intervento permette una diminuzione del dolore quasi immediata e un breve decorso post operatorio.

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