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Alimentazione

Mangiare troppo veloce, una cattiva abitudine?

21/02/2018

Masticare per bene e non mangiare in fretta. Gli adulti lo ripetono ai bambini troppo voraci ma anche i grandi spesso non osservano queste piccole regole, tra pause pranzo troppo veloci e panini divorati in pochi secondi. Si tratta di abitudini scorrette che potrebbero rappresentare un’insidia per il benessere individuale. A suggerirlo è una nuova ricerca condotta dalla Hiroshima University in Giappone presentata al congresso scientifico dell’American Heart Association. Mangiare troppo velocemente è stato associato a un aumento delle probabilità di sviluppare la sindrome metabolica, un insieme di fattori di rischio per la salute cardiovascolare.

 

I dati

Allo studio hanno partecipato 642 uomini e 441 donne con età media pari a poco più di cinquantuno anni che non presentavano la sindrome metabolica. Questi sono stati suddivisi in tre gruppi in base alla velocità con cui tendevano a mangiare: lentamente, normalmente o velocemente. Dopo cinque anni è emersa questa correlazione tra il mangiare veloce e le maggiori probabilità di aver sviluppato la sindrome metabolica (l’11,6% di loro contro il 6,5% fra il gruppo a velocità intermedia e il 2,3% fra i più lenti). Inoltre alla maggiore velocità era associato anche il maggiore aumento di peso, i valori più alti di glicemia a digiuno e un girovita più largo.

Proprio la glicemia a digiuno è uno dei marcatori della sindrome metabolica. Con questa ci sono anche l’obesità addominale (misurata dalla circonferenza vita), aumento dei valori pressori, alti livelli di trigliceridi e bassi valori di colesterolo “buono” HDL. Ne bastano tre per configurare questa sindrome che a sua volta aumenta il rischio di diabete e malattia cardiaca.

 

La tendenza a mangiare in fretta è stata oggetto di diverse ricerche. Tra queste uno studio pubblicato nel 2008 su British Medical Journal, condotto sempre in Giappone su più di tremila adulti, aveva concluso che chi mangiava velocemente, fino a quando non fosse sazio, aveva più probabilità di essere sovrappeso rispetto a chi dava ai pasti il giusto tempo. Ma perché addentare e masticare in fretta non è un’abitudine salutare? In primo luogo si altera il processo della digestione perché chi mastica male ingerisce cibo non ben lavorato e aggrava il lavoro dello stomaco. La digestione inizia con la masticazione grazie all’azione degli enzimi contenuti nella saliva.

Inoltre si tende a ingerire aria, un fattore che può scatenare fastidio e disturbi gastroenterici; infine si tende a mangiare di più perché si dedica meno tempo alla masticazione. Chi mastica per un tempo maggiore, ci impiega di più e ha la sensazione di aver mangiato di più, ma in verità è solo perché ha fatto più fatica ed è sazio.

È quello che succede ai neonati prima dello svezzamento. Il neonato che è allattato al seno fa più fatica per estrarre il latte con la suzione e mangia adeguatamente a differenza del neonato nutrito con latte artificiale dal biberon che può indurre a ingerire tanto. Questa abitudine potrà essere mantenuta anche crescendo e può spiegare le differenze di peso tra chi è stato allattato naturalmente e chi no, come hanno indicato diversi studi. I primi hanno la tendenza a non accumulare chili di troppo.

 

Il giusto tempo per mangiare

Per gli adulti un momento cruciale è quello della pausa pranzo a lavoro quando può sorgere la tentazione di mangiare velocemente e di farlo davanti al Pc. Anche questa è un’abitudine da evitare poiché la pausa pranzo è un’occasione per dedicare tempo per sé, per staccare dal lavoro, riposarsi e recuperare energie anche mangiando. Ma non dev’essere vista come una finestra temporale in cui, semplicemente, ingurgitare qualcosa al volo e introdurre calorie. Mangiare davanti al Pc, magari mentre si controlla la posta o si organizza il lavoro per il pomeriggio, potrebbe indurre a mangiare più in fretta perché spinge le persone a dover tornare alle proprie attività.

Come prendersi il giusto tempo? Magari si può consumare qualcosa con forchetta e coltello per compiere dei gesti che possano accompagnare un pasto da esaurire in un tempo congruo. Questo senza dimenticare l’apporto dell’acqua. Bere è importantissimo per aiutare la digestione. Sull’opportunità di farlo durante il pasto c’è chi sostiene che in questo modo si tende a mangiare di più. Al contrario c’è chi dice che non bevendo durante il pasto si fa più fatica e si mangia di meno. Prima, durante o dopo è comunque sempre importante farlo.

Un ultimo consiglio. Meglio arrivare a pausa pranzo o al pasto serale non del tutto a stomaco vuoto. Chi non “spezza la fame potrebbe consumare un pasto in maniera più vorace. Sono fondamentali, per evitare ciò, la colazione e uno spuntino di metà mattinata o metà pomeriggio, sempre facendo attenzione a quello che si mangia.

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