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Dermatologia

Cura della pelle: che cos’è la fototerapia a raggi UVB a banda stretta e come funziona

19/04/2022

Il trattamento di fototerapia a raggi UVB a banda stretta è un’ottima opzione per curare molti disturbi dermatologici. I raggi UVB a banda stretta, infatti, consentono di intervenire sulla pelle senza danneggiarla e senza rischiare di provocare l’insorgenza di tumori cutanei.

Ne parliamo con il prof. Maurizio Nudo, responsabile del Servizio di Dermatologia di Humanitas Castelli a Bergamo, dove viene eseguito il trattamento.

 

Fototerapia UVB a banda stretta: su quali patologie è possibile intervenire

«La fototerapia a raggi UVB a banda stretta è un trattamento utilizzabile per curare alcune patologie infiammatorie della pelle come la psoriasi, la dermatite atopica e il lichen ruber planus, ma è utile anche per la cura della vitiligine, il disturbo della pelle provocato da una carenza di melanina. Con la loro azione, questi raggi riescono a stimolare la melanina permettendole di risalire fino agli strati superficiali della pelle, ridonandole il suo naturale colorito», spiega il professor Nudo.

 

Come funziona il trattamento?

Continua il professor Nudo: «Il paziente viene fatto entrare in una cabina dove il suo corpo viene irraggiato dagli UVB a banda stretta. Normalmente, il paziente in cabina è completamente nudo, genitali compresi, specie se l’infiammazione della pelle è presente anche in quella zona. Nel caso le palpebre non fossero colpite dalla patologia – e quindi non necessitassero un’irradiazione – si possono coprire gli occhi con occhialini simili a quelli che si usano in piscina. Per andare incontro alla sensibilità delle persone che potrebbero subire effetti claustrofobici, la cabina è aperta nella sua sommità e al suo interno c’è una manopola che può essere attivata in qualsiasi momento per chiedere l’interruzione del trattamento»

Il trattamento completo con raggi UVB a banda stretta richiede due sedute alla settimana. il numero di settimane necessarie varia a seconda della risposta al trattamento. In genere si va comunque da un minimo di 20 a un massimo di 40 sedute. Per quanto riguarda la durata delle sedute si inizia con esposizioni di pochi minuti, per arrivare gradualmente a un massimo di 10 minuti», chiarisce l’esperto.

 

Fototerapia UVB a banda stretta: come ci si prepara?

«Se l’applicazione riguarda la cura della psoriasi o della dermatite atopica, prima del trattamento la pelle deve essere pulita con una terapia topica dalle squame o dagli eczemi presenti sulla sua superficie. Senza questo intervento, infatti, i raggi non sarebbero in grado di essere attivi dal punto di vista terapeutico. Se l’applicazione riguarda la cura della vitiligine non sono necessarie preparazioni specifiche preliminari».

 

Fototerapia UVB a banda stretta: ci sono controindicazioni?

«Questo trattamento non ha particolari controindicazioni, eccetto una. Nel caso in cui la persona che ha subito il trattamento desideri esporsi al sole, è bene fare attenzione e usare un buon filtro solare per proteggere la pelle che è stata sottoposta all’esposizione dei raggi UVB a banda stretta», conclude il professor Nudo.

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