“Embolia polmonare, un trombo in una vena della gamba può scatenarla”, vero o falso?

Alcuni credono che un trombo formatosi in una vena degli arti inferiori possa mettere a rischio la vita di un individuo causando embolia polmonare. Vero o falso? L’abbiamo chiesto al dottor Corrado Lodigiani, responsabile del Centro Trombosi e Malattie Emorragiche dell’ospedale Humanitas.

 

Vero. Il trombo, ovvero il grumo di sangue che può formarsi in caso di trombosi venosa profonda in una vena della gamba – spiega l’esperto – può viaggiare nel sistema circolatorio dell’organismo e raggiungere i vasi sanguigni arteriosi dei polmoni dove provoca un’embolia polmonare, ovvero un infarto del polmone. Per evitare che accada, è importante riconoscere come la trombosi venosa profonda si manifesta, e intervenire tempestivamente andando in Pronto Soccorso dove potrà essere confermato il sospetto e impostata al più presto la terapia salvavita. Infatti, in caso di trombosi venosa profonda, in breve tempo, da poche ore a qualche giorno, la situazione potrebbe aggravarsi fino ad avere come esito un’embolia polmonare. Anche se non sempre si presentano tutti i sintomi, è bene prestare attenzione a gambe (o braccia) che diventano gonfie e più “pesanti”, alla presenza di crampi o dolori ai muscoli di solito sopportabili, e infine a variazioni nel colore e temperatura della pelle che può diventare arrossata o di colore scuro-brunastro, in associazione a una sensazione di intenso calore. Tuttavia, l’embolia polmonare non è la sola conseguenza della trombosi venosa profonda: infatti, quanto più tardivamente si interviene per il trattamento, più aumenta la probabilità di formare dolorose ulcere venose cutanee. L’aumento della pressione sulle cellule della cute esercitata dalla dilatazione delle vene interessate dalla presenza del trombo provoca una sofferenza ischemica delle cellule della pelle che si ulcerano.”

Dott. Corrado Lodigiani: