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Apparato respiratorio

Anche fumare di tanto in tanto fa male

26/02/2018

Qualche sigaretta con gli amici, il sabato sera. Per alcune persone il rapporto con il fumo di sigaretta si esaurisce in poche boccate a settimana. Sono i fumatori occasionali la cui salute non è però al riparo. Secondo una ricerca pubblicata di recente su American Journal of Health Promotion anche i fumatori saltuari avrebbero lo stesso rischio cardiovascolare di quelli regolari, quelli che dipendono dal fumo di sigaretta. «Indipendentemente dal numero di sigarette fumate e dal quando si fuma, per entrambe le categorie il consiglio è sempre quello di smettere di fumare per proteggere il cuore e il sistema circolatorio e per il benessere generale», aggiunge la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro Antifumo di Humanitas Cancer Center.

Lo studio

I ricercatori della Ohio State University (Stati Uniti) hanno analizzato i dati riferiti a 39.555 individui arruolati in un programma statale di promozione della salute. I dati erano relativi alle loro abitudini e ai valori di ipertensione e colesterolo sieroso. Di questi oltre il 10% si qualificava come fumatore occasionale (social smoker, nella dizione anglosassone), ovvero tendeva ad accendere sigarette in occasioni quali feste, eventi, pranzi e cene di famiglia o al bar con gli amici. Il 17% si qualificava invece come fumatore regolare, il resto come non fumatore.

In entrambe le categorie circa il 75% degli individui presentava ipertensione e all’incirca il 54% aveva livelli di colesterolo più alti del normale. Il rischio cardiovascolare è risultato pertanto identico fra tutti i fumatori, occasionali o no.

Tutti rischiano

Le modalità con cui era stato condotto lo screening rappresentano alcune limitazioni allo studio; i ricercatori hanno infatti fotografato i comportamenti dei partecipanti solo al momento in cui erano stati coinvolti nel programma, senza sapere pertanto che tipo di abitudini avessero seguito prima. In ogni caso gli autori dello studio suggeriscono come non ci siano differenze nella prevalenza dell’ipertensione e dell’ipercolesterolemia tra i due gruppi di fumatori.

«Sappiamo che il fumo è un fattore di rischio non solo della pressione alta ma anche del colesterolo alto per l’azione dannosa che esercita sui vasi sanguigni. Ed entrambi contribuiscono in maniera rilevante all’insorgenza delle patologie cardiovascolari», ricorda la dottoressa Siracusano.

«Il fumo, in tutte le forme che può assumere questa abitudine, nella maggior parte dei casi comunque una vera e propria dipendenza, è sempre nocivo per i polmoni, il cuore, il cervello. Certamente il rischio e l’entità dei danni dipendono da quanto si fuma. Ad esempio rispetto a un non fumatore, il rischio di tumore al polmone di un forte fumatore (più di venti sigarette al giorno) è venti volte tanto, mentre un fumatore “semplice” presenta un rischio pari a quattordici volte quello di chi non fuma. Tuttavia, non si può fissare un’asticella a un livello di assuefazione al fumo che non sia dannoso per la salute e che non sia associato a un aumento di rischio di patologie cardiovascolari o respiratorie», conclude la specialista.

Una ricerca del 2016 pubblicata su Jama Internal Medicine, ad esempio, ha indicato come nelle persone che avessero fumato in media meno di una sigaretta al giorno nella loro vita, il rischio di mortalità prematura fosse maggiore del 64% e tra una e dieci sigarette dell’87% rispetto ai non fumatori.

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