Ernia ombelicale ed ernia epigastrica, cosa sono e quali sono i sintomi

Pelvic pain stomachache concept. Hands of young woman on stomach as suffer on menstruation cramp, indigestion,gastrointestinal,diarrhea problem

Le ernie ombelicali ed epigastriche possono essere erroneamente confuse, poiché entrambe sono causate da un indebolimento della fascia addominale lungo la linea mediana. Tuttavia, si trovano in sedi diverse. Oltre alla loro diversa posizione, le ernie ombelicali ed epigastriche possono avere altre differenze nella presentazione e nelle caratteristiche, come le dimensioni, la sintomatologia e le complicanze potenziali.

Cosa sono, come distinguerle e quali sono i sintomi? Ne parliamo con il dottor Ettore Lillo, chirurgo generale presso gli ambulatori Humanitas Medical Care e in Humanitas San Pio X.

Ernia ombelicale: che cos’è

L’ernia ombelicale si forma in prossimità dell’ombelico: una porzione di organo o tessuto normalmente contenuto nella cavità addominale fuoriesce attraverso la cicatrice ombelicale (un’apertura che di solito si chiude completamente con l’età adulta, ma in alcune circostanze può riaprirsi causando l’ernia).

Dove si forma l’ernia epigastrica? 

L’ernia epigastrica, invece, si forma lungo la linea mediana dell’addome, tra l’ombelico e lo sterno, in una regione nota come epigastrio. Da questa area può fuoriuscire una porzione di organo o tessuto normalmente contenuto nella cavità addominale.

Ernia, quali sono le cause

Le cause più comuni che portano allo sviluppo di un’ernia includono:

  • Fattori predisponenti genetici: esistono casi precedenti di ernia in famiglia, indicando una possibile predisposizione ereditaria.
  • Fattori fisici: il sovrappeso o l’obesità possono aumentare la pressione sull’addome, favorendo la formazione di ernie.
  • Fattori ambientali: lavori che implicano sollevamento pesante o attività sportive intense possono contribuire all’indebolimento della fascia addominale e causare ernie.
  • Gravidanza: durante la gravidanza, l’aumento della pressione addominale può favorire la formazione di ernie, specialmente nell’area dell’ombelico. Nella maggior parte dei casi, le ernie regrediscono dopo il parto, ma in alcuni casi possono persistere o aumentare di dimensioni, causando tumefazioni anche significative.

 L’ernia epigastrica si sviluppa a causa di una lacerazione della fascia addominale lungo una linea che mantiene uniti i muscoli retti dell’addome, in un tratto che in genere va dall’ombelico all’osso xifoide (la parte inferiore dello sterno). Da questa lacerazione, una porzione di organo o tessuto addominale può fuoriuscire formando l’ernia.

L’ernia ombelicale è una protrusione di una piccola porzione di intestino o tessuto attraverso la zona dell’ombelico. Questa tipologia di ernia è più comune nei bambini.

Ernia ombelicale: i sintomi

I sintomi principali dell’ernia ombelicale includono:

  • gonfiore nella zona ombelicale che può aumentare con colpi di tosse o sforzi fisici.
  • Sensazione di peso e fastidio locale nella zona dell’ombelico.
  • Dolore: in alcuni casi, il paziente può sperimentare dolore, soprattutto in situazioni particolari. In tali circostanze, è sempre consigliabile consultare uno specialista chirurgico prima di eseguire accertamenti radiologici.

Quali sono i sintomi dell’ernia epigastrica?

I sintomi dell’ernia epigastrica sono molto simili a quelli dell’ernia ombelicale, ma cambia solo la sede di presentazione. L’ernia epigastrica si manifesta lungo la linea mediana dell’addome, tra l’ombelico e l’osso xifoide. Inoltre, presenta gli stessi sintomi di gonfiore, sensazione di peso, fastidio locale e occasionalmente dolore come l’ernia ombelicale.

Quali sono le eventuali complicanze?

Le complicanze dell’ernia sono estremamente rare; tuttavia, se si verificano, è importante intervenire rapidamente poiché le conseguenze possono essere gravi.

Una delle complicanze più comuni è lo strozzamento erniario, che si verifica quando un viscere addominale rimane intrappolato nel colletto dell’ernia e non riesce più a rientrare nella cavità addominale.

Questa condizione è caratterizzata da un dolore molto intenso, accompagnato da nausea e vomito, e presenta un gonfiore locale molto più accentuato del solito. Lo strozzamento erniario rappresenta una situazione di emergenza che richiede un intervento urgente poiché il viscere intrappolato, privato di sufficiente apporto di sangue, rischia di subire necrosi (morte dei tessuti) e perforazione, mettendo a serio rischio la vita del paziente.

Ernia: come funziona l’intervento chirurgico

​​L’intervento chirurgico per correggere un’ernia ombelicale e/o epigastrica è sostanzialmente lo stesso e prevede l’applicazione di una rete che può essere realizzata con vari materiali, anche se la scelta principale è quella di utilizzare una rete non assorbibile in polipropilene. Questo materiale viene facilmente integrato dai tessuti del paziente, garantendo maggiore resistenza nel tempo e minori rischi di rigetto e recidiva dell’ernia.

L’operazione può essere eseguita mediante via laparotomica, che prevede un’incisione di pochi centimetri in corrispondenza della zona ombelicale, oppure tramite laparoscopia, che comporta l’utilizzo di tre piccoli fori di pochi millimetri ciascuno sull’addome.

L’intervento tradizionale, con un taglio sull’addome, presenta il tasso di recidive più basso ed è eseguibile con diverse modalità di anestesia: locale mediante punture sottocutanee, locoregionale con una puntura nella schiena o in sedazione, se il paziente preferisce dormire durante l’operazione.

L’intervento laparoscopico, eseguito attraverso piccoli fori nell’addome, permette una ripresa funzionale post-operatoria più rapida poiché non richiede il taglio delle fasce muscolari come nell’intervento tradizionale. Tuttavia, presenta una maggior incidenza di recidive e necessita di essere sempre eseguito in anestesia generale, con intubazione.

Di solito lo specialista consiglia l’intervento che ha il minor rischio di recidive associato a un minor impatto anestesiologico per il paziente, ovvero l’intervento con una piccola incisione addominale in anestesia locale con sedazione.

Quali sono i tempi di recupero?

Per quanto riguarda i tempi di recupero, la degenza in ospedale è generalmente breve, variando da poche ore a una notte al massimo nei casi più complessi. Durante questo periodo, il paziente riceverà una terapia antidolorifica personalizzata e una profilassi anti-tromboembolica secondo le ultime linee guida internazionali. Queste terapie continueranno successivamente in ambulatorio.

Alla dimissione, verrà programmata la prima visita di controllo e fornite al paziente tutte le indicazioni per il decorso post-operatorio, insieme alle prescrizioni dei farmaci necessari e i numeri di telefono del personale infermieristico disponibile 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, per fornire assistenza e chiarimenti in caso di dubbi o problemi.

Nella maggior parte dei casi, non sono necessarie ulteriori visite chirurgiche oltre alla prima; tuttavia, viene valutato caso per caso.

 

 

Redazione Humanitas Salute: