Stai leggendo Emicrania vestibolare, quando mal di testa e vertigini coesistono

Magazine

Emicrania vestibolare, quando mal di testa e vertigini coesistono

05/02/2018

L’associazione tra mal di testa e vertigini è un’associazione nota. Una forma di mal di testa in cui il dolore è legato a questo disturbo della sensibilità spaziale è l’emicrania vestibolare. Quali sono i sintomi che possono sollevare il sospetto di essere in presenza di questo tipo di emicrania? Ne parliamo con il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas.

Dolore e giramenti di testa

Tra le prime cause di vertigini, quel disturbo in cui si ha la sensazione che il corpo si stia spostando rispetto all’ambiente o viceversa, c’è proprio l’emicrania vestibolare. Nella maggior parte dei casi le vertigini si avvertono indipendentemente dai mal di testa.

Le vertigini possono presentarsi anche in altre forme di mal di testa: «La cefalea di tipo tensivo, soprattutto se associata a contrattura muscolare cerviconucale, e la cefalea cronica, soprattutto in presenza di disturbi del sonno e abuso di farmaci, possono essere associate a vertigini», aggiunge il dottor Tullo.

«L’associazione cefalea e vertigini – continua – può aversi anche in caso patologie vascolari cerebrali (dissecazione dell’arteria vertebrale, ischemia o emorragia in fossa cranica posteriore), ipertensione endocranica, neoplasie, infezioni cerebrali o sistemiche, traumi cranio-cervicali, malformazione di Arnold Chiari, disturbi dell’omeostasi».

Per diagnosticare l’emicrania vestibolare si tengono conto di alcuni criteri definiti dall’International Headache Society. Innanzitutto il paziente deve riferire almeno cinque crisi caratterizzate dai cosiddetti sintomi vestibolari, di intensità moderata o severa, che durano da cinque minuti a settantadue ore. I sintomi vestibolari sono diversi: dalla vertigine interna, quando il soggetto avverte un movimento del corpo rispetto all’ambiente, alla vertigine esterna, quando invece si pensa che sia l’ambiente a muoversi rispetto a sé.

E, ancora, la vertigine posizionale, indotta da un cambio di posizione della testa, la vertigine scatenata da stimoli visivi o quella indotta dai movimenti del capo. Possono essere presenti anche sintomi come i capogiri indotti sempre dal movimento del capo, con la presenza di nausea.

Almeno la metà di questi episodi, inoltre, dev’essere associata ad almeno una delle caratteristiche tipiche dell’emicrania: il dolore pulsante, il dolore unilaterale, un mal di testa aggravato dal semplice movimento fisico come anche solo camminare, la fotofobia o la fonofobia (ovvero l’intolleranza a stimoli sonori e visivi), l’aura visiva, cioè la rilevazione nel campo visivo di luci scintillanti e linee zigzag che possono, ad esempio, interferire con la lettura.

Non tutti i pazienti sono uguali

La diagnosi di emicrania vestibolare arriverà anche escludendo altri disordini vestibolari e naturalmente tenendo conto dell’associazione con l’emicrania, con o senza aura. Il paziente potrebbe anche averne sofferto in passato.

Ogni caso presenta un quadro di sintomi peculiare, ad esempio relativamente alla durata degli episodi. Circa tre pazienti su dieci devono affrontare episodi che durano solo alcuni minuti; per tre pazienti su dieci la durata arriva ad alcune ore; il restante 30% circa invece è colpito da episodi che durano giorni. Il 10%, infine, affronta episodi ricorrenti da pochi secondi che si associano soprattutto alla vertigine indotta dai movimenti del capo o da stimolazioni visive. In un singolo episodio non è detto che si manifestino tutti i sintomi, è sufficiente che se ne manifesti uno. Gli episodi però possono essere anche intensi, severi, impedendo dunque lo svolgimento delle attività quotidiane.

Per l’emicrania vestibolare è possibile ricorrere al trattamento farmacologico: «Tra i farmaci si utilizzano la betaistina, la levosulpiride, la diidroergotamina, la cinnarizina, il dimenindrinato, i cortisonici sempre e solo dopo un consulto medico specifico», spiega lo specialista.

Da non dimenticare lo stile di vita: «L’approccio dietetico-nutrizionale e la regolarità del sonno possono contribuire a ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi di emicrania vestibolare. Una sana alimentazione deve prevedere un’adeguata quantità di cereali, frutta, ortaggi, legumi e pesce e una giusta idratazione», conclude il dottor Tullo.

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita