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Glaucoma, con l’attività fisica si può ridurre il rischio?

01/02/2018

Una delle principali cause di cecità a livello globale è il glaucoma, una patologia caratterizzata da un danneggiamento del nervo ottico. La sua evoluzione è graduale e nelle fasi iniziali non dà sintomi. Per questo motivo la sua prevenzione passa principalmente attraverso un regolare controllo medico con visite periodiche dallo specialista. Ma che relazione ha con lo stile di vita? Una ricerca presentata all’ultimo congresso dell’American Academy of Ophthalmology ha suggerito una relazione con l’attività fisica. Praticarla con regolarità potrebbe ridurre il rischio di glaucoma, hanno concluso i ricercatori. Ne parliamo con il dottor Pietro Paolo Vico, oculista e referente della patologia del glaucoma di Humanitas.

La ricerca

Gli autori dello studio, provenienti dalla University of California di Los Angeles (Stati Uniti) hanno analizzato i dati di una precedente ricerca, il National Health and Nutrition Examination Survey, che ha monitorato lo stato di salute dei cittadini americani dal 1960. In particolare si è guardato al livello di attività fisica, a intensità moderata o vigorosa, misurata tenendo conto di due parametri: la velocità nella camminata e il numero di passi al minuto rilevati da un pedometro.

I ricercatori hanno considerato l’equivalenza tra settemila passi al giorno, ogni giorno della settimana, e trenta minuti di attività fisica al giorno, per almeno cinque giorni a settimana. Dall’analisi dei dati è emerso che, per ogni incremento di dieci unità nella velocità e nel numero di passi al minuto, il rischio di glaucoma si riduceva del 6%.

Alla luce dell’equivalenza definita dai ricercatori, per ogni dieci minuti in più di attività fisica a settimana, il rischio scendeva del 25%. Stratificando per “dose” di attività fisica svolta, questa percentuale saliva al 73% fra i più attivi rispetto ai più “pigri”.

Occhio e pressione

Tra i soggetti a maggior rischio di glaucoma ci sono gli adulti con più di quarant’anni d’età, chi presenta una cornea con uno spessore ridotto, chi ha subito un trauma ad un occhio. Anche la familiarità, la miopia e la ipermetropia aumentano le probabilità di insorgenza della patologia.

Il glaucoma, una malattia tipica dell’età avanzata, si caratterizza per una lesione del nervo ottico spesso causata da un aumento anomalo della pressione intraoculare dovuto a un accumulo di umor acqueo nell’occhio. La papilla si altera, le fibre del nervo ottico si atrofizzano e progressivamente il campo visivo si riduce e il paziente perde  lentamente la vista fino alla cecità completa, se  non si  interviene con le cure.

È possibile parlare di prevenzione del glaucoma? «Per quanto possibile è legata in modo imprescindibile alla prevenzione con le visite oculistiche», risponde il dottor Vico. «Un’ attività fisica aerobica regolare e l’abolizione del fumo di sigaretta – continua – aumentano l’ossigenazione del sangue che arriva al nervo ottico, quindi aumentano la probabilità che un paziente predisposto al glaucoma possa svilupparlo più tardivamente o che un paziente già glaucomatoso abbia una rapida progressione della malattia».

L’attività fisica può dunque essere considerata un fattore potenzialmente protettivo ma «con un’unica eccezione: soggetti con glaucoma pigmentario – sottolinea lo specialista – per i quali, invece, un’eccessiva attività  sportiva potrebbe essere controindicata, in quanto l’adrenalina in circolo provocherebbe delle modifiche transitorie dell’iride con liberazione nell’occhio del pigmento di melanina che riveste l’iride stessa e conseguente aumento, transitorio, della pressione oculare. Sarà il medico oculista a indicare ai soggetti con questa forma di glaucoma, l’attività fisica da preferire», conclude il dottor Vico.

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