Tra le forme di mal di testa è quella più gravosa. È la cefalea a grappolo, caratterizzata da un dolore molto intenso e crescente a cui si associano diversi altri sintomi. Ci sono dei fattori di rischio associati allo stile di vita da evitare? L’abbiamo chiesto al dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas.
Cosa sono i “grappoli”?
La cefalea a grappolo è meno comune delle altre forme di mal di testa, come ad esempio l’emicrania o la cefalea tensiva. Più delle donne sono gli uomini a dover fare i conti con i “grappoli”. Questi sono i periodi attivi in cui si susseguono le crisi di mal di testa che si raggruppano nell’arco settimane o mesi. La differenza tra i due sessi è ancora più evidente in caso di cronicità. Il dolore è sempre unilaterale e il lato maggiormente interessato è il destro.
L’età in cui viene diagnosticata questa patologia va dai venti ai quarant’anni, tendenzialmente. Il dolore in genere parte dall’occhio e dalla tempia prima di irradiarsi alla testa e al volto. La sua comparsa è improvvisa e la sua intensità aumenta in pochi minuti; la durata delle crisi è variabile e può arrivare anche a tre ore.
Le crisi ricorrono spesso alla stessa ora, in particolare nel primo pomeriggio, alla sera, nelle prime ore di sonno e i grappoli presentano spesso una riattivazione periodica stagionale.
Non solo mal di testa
Tra i sintomi che possono accompagnare il mal di testa ci sono la rinorrea, la lacrimazione, l’arrossamento oculare e la sudorazione facciale. Il comportamento del paziente durante l’attacco è caratterizzato da uno stato di agitazione e nervosismo.
«L’esistenza di fattori in grado di scatenare un periodo attivo non è stata finora provata con certezza – ricorda il dottor Tullo – anche se diverse osservazioni indicano una correlazione tra eventi di vita di particolare carico emotivo o periodi di particolare impegno lavorativo con l’inizio dei grappoli».
«Altri fattori scatenanti/aggravanti sono il fumo, l’alcol, i fattori climatici, alcuni disturbi del sonno come la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno e l’inalazione di sostanze volatili (solventi organici, distillati del petrolio e profumi)», conclude l’esperto.