Per cause diverse il menisco può andare incontro a una lesione a ogni età. Proprio il momento in cui questa mezzaluna di tessuto cartilagineo subisce la lesione è rilevante per la scelta del trattamento: «L’intervento chirurgico è indicato per le meniscopatie che sorgono in età giovanile mentre in età più avanzate si predilige un trattamento conservativo», spiega il dottor Enrico Arnaldi, Responsabile di Ortopedia artroscopica e ricostruttiva del ginocchio di Humanitas.
Il menisco
Sono due i menischi presenti nell’articolazione del ginocchio. Sono collocati fra il femore e la tibia; sono entrambi a forma di C e sono speculari tra di loro. La loro funzione è quella di ammortizzare i carichi biomeccanici e ridurre le frizioni.
Le lesioni del menisco possono sorgere come conseguenza di un trauma, di diversa entità, o come esito di un processo degenerativo: «Le prime sono frequenti in età giovanile, dai 15 ai 35 anni in particolare; le seconde invece sono tipiche degli individui che hanno superato i 40 anni e che sottopongono il ginocchio a uno stress continuo, sia per motivi lavorativi (ad esempio chi lavora tenendo a lungo una posizione accovacciata) sia per l’attività fisica. In quest’ultimo caso il menisco degenerato è spesso associato alla corsa», spiega il dottor Arnaldi.
Nel caso di traumi il menisco può non essere il solo tessuto del ginocchio a lesionarsi: «Un ragazzo che fa sport, che ad esempio scia o gioca a calcio, può contemporaneamente rompersi il legamento crociato anteriore e il menisco. Il trauma che porta a infortuni di questo genere è indiretto, dovuto a movimenti di rotazione e trazione in seguito a bruschi cambi di direzione e con il peso del corpo che grava sul ginocchio».
I traumi sono possibili anche quando l’età è più avanzata, ma sono minimi: «Possiamo definirli dei “micro-traumi”, ad esempio salire o scendere le scale, sollevarsi dalla posizione seduta», ricorda il dottor Arnaldi.
Sintomi, diagnosi e trattamento
Il dolore e il gonfiore sono i sintomi che devono far allertare il soggetto: «In caso di trauma o “micro-trauma” si sente una fitta, un rumore secco nell’articolazione, nella parte interna o esterna, e poi si avverte un cedimento, una certa impotenza funzionale. Nei giorni seguenti si può arrivare anche a un blocco ,come se qualcosa fosse andato fuori posto nell’articolazione che non si riesce a muovere».
La diagnosi è, quindi, clinica: «con la visita e i test a cui è sottoposto il paziente ma decisiva è la lettura della risonanza magnetica. Questa ci mostra in che condizioni si trova il menisco, se la lesione è di natura degenerativa o meno e se sia riparabile o no».
In alcuni casi il trattamento è conservativo: «Nel menisco degenerato il ricorso all’intervento chirurgico è molto limitato perché potrebbe accelerare il processo artrosico. I dati scientifici ci dicono che negli anni successivi alla meniscectomia il ginocchio può andare incontro ad artrosi dal momento che viene a mancare quel “cuscinetto” nell’articolazione», sottolinea lo specialista.
«Pertanto spesso si interviene con infiltrazioni di acido ialuronico e con l’invito a variare lo stile di vita: si chiede al paziente di perdere l’eventuale peso in eccesso, di ridurre i livelli di attività fisica o di cambiare tipo di attività in modo tale da non gravare troppo sul ginocchio».
Quando la lesione arriva in età meno avanzata si interviene chirurgicamente: «Nei pazienti più giovani il menisco è un tessuto che può ripararsi più facilmente. In ogni caso l’intervento prevede o la sutura della lesione oppure la regolarizzazione con un’asportazione minima del tessuto meniscale stesso», conclude il dottor Arnaldi.