Nei casi di obesità grave un intervento di bypass gastrico può portare a una perdita di peso significativa e a un miglioramento del profilo metabolico che durino nel tempo. Almeno per dodici anni, alla luce di quanto conclude uno studio pubblicato su New England Journal of Medicine. Ne parliamo con il dottor Giuseppe Marinari, Responsabile di Chirurgia Bariatrica di Humanitas.
Il tipo di intervento
«Il bypass gastrico è un buon intervento per la terapia chirurgica dell’obesità e i suoi migliori risultati sono nei malati con Indice di massa corporea (Imc) entro 50 kg/m2. Si sa infatti che oltre 50 la perdita di peso è meno facilmente mantenuta nel tempo», spiega lo specialista. «Oltre che curare l’obesità il bypass gastrico è una procedura con importanti effetti positivi su due malattie associate all’obesità: il diabete di tipo 2 e la malattia da reflusso gastroesofageo».
«Infine il bypass gastrico è un’ottima procedura di revisione, da dedicare cioè a persone che abbiano già subito un intervento di chirurgia dell’obesità ma che purtroppo abbiano fallito nel mantenimento del peso perso. Si può quindi dire che il candidato ideale a un bypass gastrico è una persona malata di obesità, con un Imc inferiore a 50, e che sia affetta anche da diabete o da malattia da reflusso o che abbia già subito un altro intervento per obesità ma che abbia fallito nel mantenimento del risultato iniziale».
Lo studio
Proprio i benefici sul peso e sul metabolismo sono stati valutati dai ricercatori dell’Intermountain Healthcare di Salt Lake City (USA). Hanno seguito 1156 pazienti con severa obesità, di cui 418 sottoposti a bypass gastrico. Delle analisi cliniche a due, sei e dodici anni hanno valutato l’incidenza di diabete di tipo 2, ipertensione e dislipidemia. Nel gruppo sottoposto a intervento chirurgico la riduzione del peso è stata in media di 45 kg a due anni, 36 kg circa a sei anni e 35 kg a dodici. Nell’altro i pazienti hanno perso poco meno di tre kg a dodici anni dall’avvio dello studio.
Oltre alla perdita di peso, nei dodici anni, il team di ricerca ha rilevato dei valori migliori della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo nei pazienti operati. In questi l’incidenza di dislipidemia e ipertensione si era ridotta notevolmente e al termine dello studio il diabete di tipo 2 era ormai in remissione nella metà dei casi.
«Lo studio conferma i dati provenienti da studi simili e più importanti come numero di malati e come anni di follow-up: ogni volta che si è fatto un confronto fra obesi operati e obesi seguiti con terapia conservativa, il risultato è sempre stato molto sbilanciato a favore della chirurgia. In merito agli effetti metabolici positivi di nuovo non si scopre niente di nuovo, ed infatti ormai la chirurgia dell’obesità è spesso inquadrata come “chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche a essa associate”», ricorda il dottor Marinari.
I benefici sul metabolismo
A proposito di questa ricerca «bisogna distinguere fra effetti sul diabete da una parte ed effetti su pressione e colesterolo dall’altra. L’effetto sul diabete è un interessantissimo effetto specifico del bypass gastrico: vuole dire che già pochi giorni dopo il bypass, quando ovviamente la perdita di peso è ancora minima, le persone con diabete tipo 2 possono ridurre o addirittura eliminare la terapia antidiabetica. Questo perché l’effetto del bypass sul diabete non è legato alla perdita di peso ma a una profonda modifica indotta nella secrezione di ormoni da parte del tubo digerente, modifica talmente attiva sul diabete da poter ben presto interrompere la terapia. L’effetto su pressione arteriosa e colesterolo è invece mediato dalla perdita di peso e quindi più lento, non è da considerarsi un effetto specifico del bypass ma in genere della perdita di peso», conclude l’esperto.