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Demenza, chi dorme più di nove ore a notte ha un rischio maggiore?

15/06/2017

Il sonno in eccesso come potenziale marcatore del rischio di demenza. Dormire regolarmente oltre nove ore a notte sarebbe infatti associato a un rischio doppio di sviluppare demenza nell’arco di dieci anni rispetto a chi, ogni notte, ne passa a letto di meno. Ne parliamo con la dottoressa Lara Fratticci, neurologa di Humanitas.

Un team della Boston University School of Medicine (Stati Uniti) ha analizzato i dati del Framingham Heart Study riferiti a poco meno di 2500 persone per valutare l’associazione tra il sonno e il rischio di demenza. I partecipanti avevano auto-riferito le loro abitudini notturne ed erano stati osservati per 10 anni per valutare l’incidenza di qualsiasi forma di demenza, anche quella dovuta alla malattia di Alzheimer. Nel corso di un decennio sono stati rilevati 234 casi di demenza. Lo studio è stato pubblicato su Neurology.

Ebbene, dall’analisi dei dati a disposizione, gli scienziati hanno individuato la “soglia critica” delle 9 ore: oltre, il rischio di sviluppare demenza sarebbe maggiore.

(Per approfondire leggi qui: Demenza, la prevenzione dell’ictus diminuisce il rischio?)

«La ricerca – spiega la dottoressa Fratticci – ha rilevato come i partecipanti che dormissero più a lungo avevano un volume cerebrale ridotto e questo dato potrebbe essere relazionato all’associazione tra il rischio di demenza e l’eccesso di sonno: chi aveva un volume cerebrale ridotto aveva necessità di dormire oltre nove ore. L’eccesso di sonno potrebbe accreditarsi come un marcatore predittivo del possibile sviluppo di demenza, non tanto come sua conseguenza quanto come suo sintomo».

Nei pazienti con malattie neurodegenerative il sonno è disturbato

«Chi riferisce di dormire molto a lungo – continua – meriterebbe una valutazione più attenta da parte di un neurologo delle proprie capacità cerebrali e delle proprie funzioni cognitive. I disturbi del sonno – ricorda la dottoressa – vanno sempre segnalati allo specialista in ottica preventiva».

Se l’associazione tra il rischio di demenza e i disturbi del sonno intesi come necessità a dormire troppo, è un’acquisizione recente, la correlazione con le malattie neurodegenerative è ormai nota: «Nei pazienti con demenza a corpi di Lewy, con malattia di Parkinson e Atrofia multisistemica si verifica una disregolazione del ciclo sonno/veglia, spesso evidenza di un disturbo del comportamento in  fase REM del sonno, e frequenti risvegli notturni», conclude la specialista.

(Per approfondire leggi qui: Alzheimer, il ping pong uno sport contro la demenza?)

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