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Fegato, per giovani sovrappeso il rischio futuro di ammalarsi sale del 50%

13/04/2017

I chili di troppo sarebbero un serio pericolo per il fegato. Essere obesi o sovrappeso da adolescenti può far aumentare le probabilità di sviluppare, crescendo, malattie epatiche, compreso il tumore del fegato. A suggerirlo è una ricerca del Karolinska University Hospital di Stoccolma (Svezia) pubblicata sulla rivista scientifica Gut.

Si tratta di un ampio studio osservazionale che non conclude in termini di causa ed effetto, individuando però un’associazione tra alti valori di Indice di massa corporea (IMC) e rischio di malattie epatiche. I ricercatori hanno tenuto conto di fattori come il consumo di alcol e la dipendenza dal fumo di sigaretta, escludendo gli uomini che avevano ricevuto una diagnosi di epatopatia alcolica. Il dato però non ha modificato in maniera significativa i risultati finali.

(Per approfondire leggi qui: Alcol, bere troppo in adolescenza riduce la materia grigia cerebrale?)

Secondo il team di ricerca un alto IMC è associato a un maggior rischio di malattie del fegato, anche di epatocarcinoma, negli adulti, oltre che di diabete di tipo 2, a sua volta importante fattore di rischio per la salute del fegato. I dati analizzati si riferiscono a oltre 1,2 milioni di svedesi sottoposti a visita di leva tra il 1969 e il 1996, quindi tra 17 e 19 anni. Nel follow up è emerso che le persone sovrappeso avevano il 50% di probabilità in più di sviluppare malattie epatiche, il doppio per le persone obese, rispetto a soggetti normopeso. Con il diabete di tipo 2 il rischio saliva ulteriormente triplicando nelle persone obese.

L’associazione tra peso in eccesso e malattie epatiche è stata indagata anche da altre ricerche

«Da studi effettuati negli Stati Uniti, nel corso degli ultimi due decenni, i tassi di steatoepatite non alcolica (NASH) sono aumentati di quattro volte negli adolescenti e i tassi di obesità sono raddoppiati. Anche se la prevalenza di una fibrosi avanzata (cirrosi epatica) rimane bassa, c’è un significativo aumento di  fibrosi avanzata in corso di malattia epatica steatosica non alcolica tra la popolazione adolescenziale messicano-americana rispetto ai bianchi non ispanici o alla popolazione di colore», spiega il dottor Roberto Ceriani, specialista in Medicina Generale ed Epatologia dell’ospedale Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: Lo sai che lo zucchero è nemico del fegato?)

«Anche l’elevato IMC in questi pazienti corrisponde a un incremento di rischio di fibrosi e la stessa aumenta con gli anni nella popolazione dal dodicesimo al diciottesimo anno di età. Per questo motivo la malattia epatica steatosica non alcolica (NAFLD) dovrebbe essere diagnosticata precocemente per istituire in giovanissima età modificazioni dello stile di vita come l’incremento dell’esercizio fisico e la dieta sana. Queste abitudini sono poco comprese dai ragazzi poiché la malattia è asintomatica, quindi un’educazione precoce è utile per condurre una vita sana e prevenire i danni al fegato».

«Negli ultimi anni è relativamente frequente per lo specialista epatologo diagnosticare in giovani adulti la malattia steatosica non alcolica già con fibrosi o cirrosi e le complicanze della malattia metabolica. In relazione all’osservazione dell’aumento della prevalenza della NAFLD e NASH è ragionevole anche aspettarci nei prossimi decenni un incremento dei casi di carcinoma epatocellulare correlato a queste patologie», conclude lo specialista.

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