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Alcol, bere troppo in adolescenza riduce la materia grigia cerebrale?

16/01/2017

Bere troppi alcolici da adolescenti può interferire con lo sviluppo cerebrale. L’abuso di alcol, infatti, ridurrebbe il volume della materia grigia nel cervello in zone coinvolte nel controllo degli impulsi. A suggerirlo è una ricerca della University of Eastern Finland pubblicata sulla rivista Addiction.

I ricercatori hanno misurato gli effetti del consumo di alcolici in giovani adulti che negli anni dell’adolescenza avevano consumato molte bevande alcoliche. Allo studio hanno partecipato 62 individui da 22 a 28 anni di età, tra cui 35 bevitori e 27 soggetti che hanno fatto da gruppo di controllo. I partecipanti sono stati seguiti per circa 10 anni e all’inizio dello studio avevano da 13 a 18 anni. Con un questionario sono stati rilevati i loro consumi di alcol con cadenza quinquennale (2005-2010-2015). Il gruppo dei forti consumatori di bevande alcoliche consumava a settimana da 6 a 9 unità di alcolici (per unità s’intendono 8 gr di etanolo mentre un drink standard in Italia va da 8.7 a 10 gr, sebbene altri dati suggeriscano soglie inferiori). A nessun soggetto era stato diagnosticato un disturbo da abuso di sostanze alcoliche.

(Per approfondire leggi qui: Alcol, si beve di più fuori pasto: binge drinking per 3 milioni di persone)

A conclusione dello studio con una risonanza magnetica è stato “fotografato” il cervello dei partecipanti. Dalle immagini sono emerse delle significative differenze tra i due gruppi; in quello dei forti consumatori il volume di materia grigia era diminuito nelle aree della corteccia cingolata anteriore, su entrambi i lati, così come nell’insula, o corteccia insulare, di destra. 

Alcol in giovane età e rischio depressione

La corteccia cingolata svolge un ruolo primario nel controllo degli impulsi e i cambi di volume nell’area, dicono gli autori dello studio, possono essere coinvolti nello sviluppo di disturbi da abuso di sostanze durante la crescita. Lo stesso effetto può derivare dalla riduzione della materia grigia nell’insula per via della riduzione della sensibilità agli effetti soggettivi negativi del consumo di alcolici. L’esatto meccanismo dietro queste variazioni strutturali è ancora ignoto. In ogni modo, i dati suggeriscono che alcune variazioni di volume possono essere reversibili riducendo il consumo di alcol, aggiungono i ricercatori.

«Il consumo di alcol durante l’adolescenza risulta dannoso per lo sviluppo cerebrale e fisico. Si possono verificare danni cerebrali permanenti con incapacità di apprendimento, disturbi della memoria, problemi di attività verbale dipendenza e depressione», spiega il dottor Roberto Ceriani, responsabile di Day Hospital epatologico ed Epatologia interventistica dell’ospedale Humanitas.

«Il cervello, infatti, in questa fase della vita è sottoposto alla fase cruciale del suo sviluppo e quindi a notevoli cambiamenti, ed è più sensibile agli effetti tossici dell’alcol e delle droghe. Le aree più vulnerabili – continua – sono i lobi frontali, in particolare la corteccia prefrontale deputata al pensiero razionale adulto e all’inibizione dei comportamenti impulsivi e infantili, l’amigdala, che regola la normale risposta alla paura, l’ippocampo da cui dipende la memoria, il cervelletto che regola il movimento e l’equilibrio».

C’è una soglia di sicurezza per il consumo di alcolici in adolescenza?

«L’Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni: per questo, nei giovani di 11-15 anni, viene considerato come comportamento a rischio anche il consumo di una sola bevanda alcolica durante l’anno. In Italia il consumo di bevande alcoliche al di fuori dai pasti è superiore nel 50% degli adolescenti tra gli 11-17 anni».

(Per approfondire leggi qui: Alcol, con il binge drinking giovani a rischio ipertensione)

«Tra i 16 e 17 anni il comportamento del consumo alcolico a rischio ha raggiunto livelli critici (>15%) e in questa età il binge drinking ha raggiunto livello medio della popolazione giovanile. Recenti studi – conclude lo specialista – hanno confermato le ipotesi che il binge drinking praticato nel periodi dell’adolescenza comporta cambiamenti nel cervello adulto che aumentano il rischio di psicopatologie in particolare di dipendenza da alcol».

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