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Perché si sbadiglia?

05/04/2017

Secondo una delle teorie recenti , si sbadiglia per “refrigerare il cervello”, cioè si sbadiglia per regolare la temperatura dell’encefalo. Sul perché si sbadigli però non esiste una risposta univoca e il dibattito è ancora aperto tra diverse ipotesi. Per il senso comune, il comportamento caratteristico dello sbadiglio, è associato allo stato di sonno, alla noia, oppure a una condizione di rilassamento. Lo sbadiglio è caratterizzato da una lunga inspirazione in corrispondenza di una pronunciata apertura della mascella che culmina con un breve periodo di picco nella contrazione muscolare a cui segue una chiusura passiva della mascella con una espirazione relativamente più rapida.

Non solo l’essere umano sbadiglia, però: infatti, tale comportamento è stato osservato nelle varie specie di mammiferi e in altre specie come per esempio gli uccelli. Il fatto che questo comportamento sia comune a varie specie e a varie classi ha fatto ipotizzare una funzione fortemente adattiva, quindi un vantaggio evolutivo, determinato da questo tipo di comportamento. Una delle teorie che darebbe ragione di questo vantaggio si basa su di una ipotesi di tipo fisiologico, sostenuta da vari dati empirici, afferma che lo sbadiglio sia sostanzialmente assimilabile ad un sistema di raffreddamento del cervello. Anche un recente studio americano si inserisce in questa tradizione provando a dimostrare come l’estensione dello sbadiglio, ossia la sua ampiezza, non sia tanto in relazione alla mandibola del soggetto bensì alla dimensione relativa del cervello. Quindi a cervelli più grandi corrisponderebbero sistemi di raffreddamento più potenti e perciò ampiezza di sbadiglio più estesa. Perciò, come sostenuto dai dati dello studio, lo sbadiglio potrebbe essere un indice indiretto della dimensione del cervello. Confrontando le dimensioni e il numero di neuroni corticali di varie specie di mammiferi (elefante africano, cammello, scimmia cappucino, scimpanzè, cane, volpe, gibbone, gorilla, istrice, cavallo, uomo, leone, marmotta, topo, opossum, coniglio, ratto, scimmia rhesus, pecora, scoiattolo, scimmia scoiattolo e tricheco) gli autori hanno osservato che la dimensione dello sbadiglio è in relazione lineare con il peso del cervello, il grado di encefalizzazione ovvero la massa del cervello relativamente alla stazza, e il numero di neuroni corticali. Gli sbadigli più lunghi si potevano osservare tra i primati; al contrario, la durata dello sbadiglio non era correlata ad altre dimensioni come la grandezza del cranio o la lunghezza della mandibola. Quindi i dati di questo studio supportano l’ipotesi di termoregolazione dello sbadiglio per cui cervelli più grandi e più complessi necessiterebbero di un sistema di refrigerazione più potente e quindi sbadigli più ampi.

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