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Cuore, diamo i numeri: prevenzione cardiovascolare e fattori di rischio

24/02/2017

Fumo di sigaretta: 0

Il fumo non deve far parte della vostra vita, né attivo né passivo. Di per sé aumenta le probabilità di sviluppare aterosclerosi e dunque di malattia coronarica e ictus; poi agisce da catalizzatore del rischio associato ad altri fattori. Ad esempio – dice l’American Heart Association – ci fa stancare prima se pratichiamo attività fisica, mentre se in famiglia ci sono già stati casi di malattie cardiovascolari, il fumo aumenta le chance di svilupparle.

Se sei dipendente dal fumo, cerca di smettere. I benefici sono immediati, ricorda il ministero della Salute: in soli 20 minuti si normalizza la pressione arteriosa ed entro 24 ore diminuisce il rischio di attacco cardiaco.

 

Attività fisica: 150

La mortalità aumenta se una persona è sedentaria. Chi è almeno moderatamente attivo, e lo è con regolarità, va incontro a un rischio inferiore di ipertensione, malattia coronarica e ictus. Ma che significa essere attivi? Una persona adulta da 18 a 64 anni, in salute, dovrebbe svolgere almeno 150 minuti a settimana di attività fisica a intensità moderata o 75 minuti a intensità maggiore (o una combinazione tra le due). Per ottenere altri benefici si dovrebbero raddoppiare questi livelli.

L’attività aerobica dovrebbe essere svolta in intervalli di almeno 10 minuti e il rinforzo muscolare dovrebbe coinvolgere i maggiori gruppi muscolari almeno due giorni a settimana. Ma cosa fare per mettersi in movimento? Di tutto, dalle attività ricreative alle pulizie domestiche, dal camminare o pedalare per andare a lavoro, al gioco allo sport.

 

Pressione arteriosa: 120/80

L’ipertensione arteriosa rappresenta il fattore di rischio più importante per il cuore, e non solo. Ictus, infarto del miocardio e aneurismi, ad esempio, diventano più probabili se i valori sono maggiori del normale. Quali sono i numeri a cui prestare attenzione? La pressione arteriosa è un rapporto tra due valori che indicano la pressione arteriosa sistolica (la “massima”) e la pressione arteriosa diastolica (la “minima”): 120/80 mm/Hg sono valori normali. Quando il rapporto supera queste soglie bisogna cominciare a preoccuparsi: se i valori di sistolica e/o di diastolica superano i 140 di “massima” o i 90 di “minima”, si parla di ipertensione.

È bene cominciare a monitorare la pressione dopo i 30 anni: una persona in salute, senza particolari rischi né predisposizione o familiarità, dovrebbe farlo a partire dai 30-35 anni. Se i valori si aggirano sui 140/80 – 150/80 mmHg dovrebbe sottoporsi a un monitoraggio più attento e, dunque, a controlli più ravvicinati. È importante tenere sott’occhio la propria pressione perché l’ipertensione è una condizione “silente” per un lungo periodo, non solo agli esordi, dunque, ma per un tempo sufficiente a consolidarsi.

 

Colesterolo: 200-100-50

Basta un esame del sangue per scoprire se i livelli di colesterolo nel sangue sono sufficienti per insidiare la salute cardiovascolare. Il legame tra colesterolo totale e malattie cardiovascolari è noto da tempo. Il colesterolo LDL, cosiddetto “cattivo”, tende infatti a depositarsi sulle pareti delle arterie contribuendo alla formazione di placche aterosclerotiche che restringono i vasi e ostacolano il flusso del sangue. Quello “buono”, invece, il colesterolo HDL, fa da spazzino: trasporta il colesterolo al fegato dove viene eliminato.

Volendo individuare un livello “ideale” di colesterolo è possibile definire tre soglie: il colesterolo totale non dovrebbe superare i 200 mg/dl; il colesterolo LDL i 100 mg/dl mentre quello HDL dovrebbe essere almeno pari a 50 mg/dl.

 

Indice di massa corporea: 25

Basta una calcolatrice per scoprire l’Indice di Massa corporea, un parametro più raffinato del semplice peso corporeo per valutare i rischi associati a sovrappeso e obesità. Si calcola dividendo il peso espresso in kg per il quadrato dell’altezza espressa in metri: è un indice indiretto di adiposità, spiega il ministero della Salute.

I valori soglia sono 25 e 30. Se l’indice supera 25 si è sovrappeso, dopo i 30, invece, si è obesi. In questi casi è necessario smaltire l’eccesso: bisogna ridurre l’apporto di cibi ricchi di colesterolo e grassi animali ma anche l’introito calorico dei cereali e consumare più frutta, verdura, pesce e fibre. Poi bisogna fare attività fisica con costanza. In questo modo si contribuisce ad abbassare i livelli di colesterolo e i valori della pressione arteriosa, due parametri che andranno costantemente monitorati. Al primo rialzo bisognerà rivolgersi al medico per il trattamento più adeguato.

 

Circonferenza: 94 – 80

Il grasso addominale può aumentare il rischio cardiovascolare. Un indicatore della presenza di grasso in eccesso è la misura della circonferenza o del girovita, un valore da affiancare all’Indice di Massa corporea. I numeri limite sono due, diversi per uomo e donna: rispettivamente 94 cm e 80 cm. Indipendentemente dal peso e dall’altezza, quando si superano questi valori sarebbe bene sforzarsi per accorciare le misure con una dieta più sana e svolgendo attività fisica.

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