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Spotting, quando preoccuparsi per quelle strane perdite di sangue

22/03/2017

Tra una mestruazione e l’altra le donne possono notare delle perdite di sangue. È lo spotting, emissioni di sangue uterino meno consistenti di quelle tipiche del flusso mestruale e dal colore diverso, non accompagnate dai sintomi tipici del ciclo come crampi addominali, affaticamento, tensione mammaria e sbalzi di umore. Le sue cause sono diverse, dallo stress alla contraccezione alle alterazioni del ciclo stesso, ma in che modo si può prevenire lo spotting? Ne parliamo con il dottor Alessandro Bulfoni, responsabile di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Humanitas San Pio X

Il termine spotting deriva dall’inglese “to spot”, ovvero “macchiarsi”. I momenti in cui possono comparire queste perdite anomale di sangue sono vari: durante l’ovulazione, quindi nelle prime fasi del ciclo mestruale, ma anche alla fine del ciclo, in ogni caso tra due mestruazioni successive. La donna che tiene traccia del suo ciclo mestruale, dai classici diari alle moderne app, non avrà difficoltà a identificare quelle perdite di sangue come spotting e non come mestruazioni.

«Durante l’età fertile, a metà ciclo, in corrispondenza con l’ovulazione, lo spotting può essere un fenomeno fisiologico. Tuttavia, prima di arrivare a questa conclusione, è bene che la donna riferisca al proprio ginecologo di queste perdite per escludere le altre cause dello spotting», avverte lo specialista.

Quali sono le possibili cause dello spotting?

«Il sanguinamento intermestruale può essere dovuto a patologie a carico del collo dell’utero, come la cosiddetta piaghetta sul collo dell’utero o ectoprion, anche se in questo caso il sanguinamento è da trauma, ovvero dopo un rapporto. Ma a causare lo spotting possono essere anche patologie a carico del corpo dell’utero, ovvero le patologie endometriali, nella cavità interna o vicino alla cavità, come polipi endometriali o fibromi intracervicali».

Altre cause chiamano in causa gli ormoni: «Escluse queste patologie, con le visite e gli esami come il Pap test e l’ecografia transvaginale, si può ipotizzare una causa ormonale dietro lo spotting, come un deficit nella produzione di progesterone, l’ormone che si forma nella seconda metà del ciclo mestruale fino a provocare le mestruazioni. Se la donna non ovula, il progesterone non viene prodotto. La mancata ovulazione – sottolinea il dottor Bulfoni – può essere correlata anche a una patologia a carico dell’ovaio come una cisti ovarica».

C’è relazione tra spotting e contraccezione?

«L’assunzione di estroprogestinici è causa frequente di perdite di sangue tra due mestruazioni. È il caso delle giovani ragazze che cominciano a prendere la “pillola” a basso dosaggio di ormoni (per minimizzare gli effetti collaterali): lo spotting si verifica di solito nei primi 2-3 mesi di assunzione. Anche con la spirale può comparire lo spotting. In entrambi i casi le perdite si autorisolvono dopo poco tempo».

Lo stress e l’alimentazione possono provocare lo spotting? «Lo stress influenza la capacità di ovulazione della donna. In caso di forte stress, impegni, viaggi e cambi di fuso orario si possono avere ripercussioni sulla funzionalità ovarica: oltre allo spotting la donna può andare incontro ad irregolarità del ciclo. Lo stesso può avvenire se la donna è sovrappeso od obesa mentre la donna molto magra o anoressica può essere interessata da amenorrea, ovvero dall’assenza di mestruazioni. In ogni caso – continua l’esperto – diete troppo drastiche e variazioni repentine di peso verso l’alto o verso il basso possono avere un impatto sulla regolarità del ciclo mestruale».

Lo spotting può essere un campanello d’allarme di patologie più gravi se si manifesta dopo la menopausa: «Lo spotting dopo l’età fertile è uno dei primi indici di patologie oncologiche a carico dell’endometrio o dell’utero. È necessario rivolgersi immediatamente al medico in caso di perdite di sangue dopo la menopausa», conclude il dottor Bulfoni.

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