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Seduti ma non fermi: muovete le gambe per una buona circolazione!

20/09/2016

La prossima volta che vedremo qualcuno che seduto agita le gambe non pensiamo necessariamente che sia nervoso: magari starà facendo prevenzione cardiovascolare. Già, perché muovere a intermittenza le gambe quando si è costretti a mantenere una posizione sedentaria è un’azione benefica per la salute delle arterie. Il movimento aiuterebbe a prevenire un declino nella funzione vascolare nelle gambe dovuta proprio alla sedentarietà.

È quanto hanno visto dei ricercatori della University of Missouri (Stati Uniti) in uno studio condotto su un ristretto gruppo di pazienti, 11 tra uomini e donne, in buone condizioni di salute. È stato chiesto loro di agitare una gamba a intermittenza, di battere un piede per un minuto e poi di riposarsi per altri 4 minuti. Tutto questo mentre l’altra gamba restava ferma. In media gli 11 volontari hanno mosso i loro piedi 250 volte al minuto. I ricercatori hanno poi misurato il flusso sanguigno dell’arteria poplitea, il grosso vaso che corre lungo la gamba dietro il ginocchio, continuazione dell’arteria femorale.

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É emerso che nella gamba “agitata” il flusso era aumentato in maniera significativa mentre nella gamba “immobile” s’era ridotto. Un maggiore flusso di sangue e l’associato stress meccanico causato dalla frizione del sangue in circolo sulla parete dell’arteria, sono importanti stimoli per mantenere una buona salute vascolare.

La ricerca è stata pubblicata su American Journal of Physiology Heart and Circulatory Physiology.

Il movimento, anche da seduti, aiuta dunque a prevenire un rallentamento della circolazione?

«Quando stiamo fermi per troppo tempo fisiologicamente l’apporto di sangue agli arti inferiori diminuisce dal momento che i muscoli sono inattivi e quindi hanno meno bisogno di sangue», spiega il dottor Paolo Spada, chirurgo vascolare dell’ospedale Humanitas. «Tuttavia, se l’immobilità degli arti inferiori è molto prolungata sarebbe bene stimolare il circolo cercando di muoversi, alzarsi in piedi e camminare o quanto meno muovere le gambe».

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«Sappiamo – continua lo specialista – che la stasi venosa è maggiore quando le gambe sono immobili, per questo suggeriamo a tutti di fare qualche piccolo esercizio con le gambe ad esempio in caso di lunghi viaggi aerei. Il ritorno venoso ha infatti bisogno del movimento muscolare degli arti inferiori: il sangue deve risalire dai piedi e in questa azione viene agevolato dal movimento dei muscoli del polpaccio e della cosiddetta pompa plantare, cioè della spinta del piede sul terreno. Tuttavia non è importante scongiurare solo la stasi venosa ma anche l’impoverimento temporaneo del flusso arterioso, ovvero della discesa del sangue. Ed è quello che vuole sottolineare questa ricerca: muovere gli arti da fermi giova anche al circolo arterioso, non solo a quello venoso».

Ma camminare è sempre la scelta migliore

Attenzione, però. Muovere le gambe non sostituisce i benefici che riceviamo camminando: «Ai pazienti raccomandiamo di camminare almeno 30 minuti al giorno. Il consiglio di “agitare” le gambe o di battere con il piede per terra vale per chiunque quando alzarsi e camminare non è possibile. Tutti faremmo bene a non star fermi troppo a lungo: l’attitudine a muovere le gambe può essere salubre», conclude lo specialista.

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