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Dalla ricerca una nuova, “super” pillola contro l’asma?

02/09/2016

Allo studio un nuovo farmaco per l’asma. Su un ristretto gruppo di pazienti sono stati testati i benefici di una molecola i cui risultati sono stati documentati in uno studio recentemente pubblicato su Lancet Respiratory Medicine.

L’asma bronchiale rappresenta un primario problema di salute pubblica: in Italia circa 3 milioni di persone ne sono affette. Si tratta di una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree dovuta all’interazione di fattori genetici e ambientali, caratterizzato da un’aumentata reattività bronchiale a stimoli specifici e aspecifici (allergeni, cambi di temperatura, fattori somatici, sono alcuni esempi).

Le evidenze più recenti mostrano però come esistano tanti tipi di asma con caratteristiche diverse, chiamate fenotipi. È su uno di questi fenotipi, caratterizzato da asma bronchiale persistente di grado moderato/severo e da un’infiammazione eosinofilica nell’escreato che si è focalizzato lo studio. Gli eosinofili sono un gruppo di globuli bianchi che possono aumentare nel sangue e nell’escreato durante le esacerbazioni asmatiche e che quindi sono espressione di un non ottimale controllo della malattia.

(Per approfondire leggi qui: Lo sai che l’asma può peggiorare dopo un temporale?)

Sono stati coinvolti 61 pazienti divisi in due gruppi: il primo, in aggiunta alla terapia abitualmente assunta, è stato trattato per 12 settimane con la nuova molecola, all’altro, invece, è stato dato un placebo. Lo studio ha mostrato che nei pazienti che hanno assunto il farmaco in studio si osservava una significativa riduzione del numero di eosinofili nell’escreato rispetto al gruppo di pazienti trattati con il placebo.

In quali modi una persona con asma può prevenire la comparsa dei sintomi

Le raccomandazioni che facciamo ai pazienti asmatici al fine di controllare questa malattia caratterizzata da un andamento variabile, sono quella di assumere con precisione la terapia prescritta dallo specialista, monitorando l’utilizzo del farmaco al bisogno al fine di individuarne precocemente l’abuso; prevenire (se possibile) l’esposizione degli allergeni, il trattamento di patologie del naso o dello stomaco se presenti.

Hanno ragione i ricercatori a essere ottimisti su questo nuovo farmaco per l’asma?

Le prime evidenze dell’utilizzo di questo farmaco antiinfiammatorio, benché condotti su piccoli gruppi di pazienti, ci fanno ben sperare che il farmaco possa essere utilizzato in futuro in quei pazienti con asma bronchiale di grado grave, poco controllato dalla sola terapia inalatoria, caratterizzato da un’infiammazione eosinofilica.

(Per approfondire leggi qui: Asma e allergie, quando i mobili di casa sono nemici della salute)

Ricordiamo che il farmaco è stato ben tollerato e non sono stati documentati gravi effetti collaterali. Siamo però in possesso di poche evidenze funzionali e, in particolare, sembrerebbe che, soprattutto nei pazienti con un grado funzionale più grave, si sia osservato un significativo beneficio all’esame spirometrico. Le nuove frontiere nel trattamento dell’asma mirano a individuare farmaci efficaci per sottogruppi di pazienti con asma grave, poco controllato dalla terapia broncodilatativa e corticosteroidea, individuandone i meccanismi molecolari che sono alla base dei processi biologici.

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