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Intestino “addormentato”? Massaggi e respirazione per risvegliarlo

03/08/2016

Se l’intestino si è “impigrito” e non svolge più il suo dovere con zelo si può provare a risvegliarlo. Magari in vacanza, quando si cambiano orari, abitudini e menù oppure quando in alcuni periodi dell’anno lo si sente “addormentato”, quando rallenta perché sensibile all’effetto di fattori ambientali come lo stress. In che modo risvegliare l’intestino? Ne abbiamo parlato con gli specialisti di Humanitas.

Un intestino “pigro” può essere aiutato praticando dei massaggi addominali o rilassandosi ed eseguendo esercizi per attivare la respirazione diaframmatica che spesso sacrifichiamo. Anche l’attività fisica costante, come la corsa o la bicicletta, potrebbe avere effetto sulla regolarità intestinale.

Per far funzionare bene l’intestino è necessario star bene dal punto di vista psico-fisico

Fattori psicosociali come lo stress possono influenzare l’attività dell’intestino. Non dimentichiamo che l’intestino è il “secondo cervello” in stretta comunicazione con il primo: ciò che non fa bene alla salute mentale può riverberarsi sull’intestino e viceversa; se si soffre di intestino per lungo tempo si possono avere ripercussioni a livello psico-emotivo.

(Per approfondire leggi qui: Sindrome dell’intestino irritabile: il legame invisibile con il cervello)

Le conseguenze di una vita stressante sono anche a carico dell’intestino: l’intestino è un organo abitudinario e non ama i cambiamenti. La frenesia delle grandi città che obbliga le persone a fare colazione velocemente e a stare seduti in macchina molto tempo per andare in ufficio, rende l’intestino  ‘nervoso e irritabile‘ che si contrae invece di coordinarsi con i muscoli del pavimento pelvico. Poi spesso si trattiene lo stimolo durante la giornata anche perché il bagno fuori casa non è il proprio.

Quali sono i campanelli d’allarme che fanno venire il sospetto di essere affetti da intestino irritabile?

Dolori addominali che sono associati alla defecazione (cioè possono peggiorare o migliorare) e a variazioni della consistenza delle feci. Può associarsi il gonfiore e distensione addominale. Sono svariate le cause che possono favorire la sindrome dell’intestino irritabile: oltre la predisposizione familiare e genetica, ci sono fattori esterni, come interventi chirurgici, infezioni intestinali, farmaci e tipi di alimenti.

(Per approfondire leggi qui: Sindrome dell’intestino irritabile: cosa non mangiare)

Perciò è indispensabile individuare la causa esatta dell’irritabilità intestinale più che affidarsi nel lungo periodo a soluzioni come la dieta a basso contenuto di  “fodmap”, ovvero quel regime alimentare che esclude cibi fermentabili. Questa dieta può essere seguita per alcune settimane per mettere a riposo l’intestino. Poi però è necessario indagare la causa dell’irritazione, come ad esempio un’infiammazione “nascosta” e quindi non curata.

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