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Prevenzione e screening sono la stessa cosa?

02/08/2016

Prevenzione, screening e stile di vita sano. Chi vuol curare la propria salute sa bene quanto sia importante conoscere questi concetti fondamentali: imparare a comprendere gli errori che facciamo è il primo passo per impostare in modo intelligente la propria vita, ridurre al minimo le possibilità di ammalarsi e minimizzare i danni se questo si verificasse. Approfondiamo l’argomento con i professionisti di Humanitas.

Prevenzione e screening sono la stessa cosa?

Prevenzione secondaria e screening non sono proprio sinonimi. In campo oncologico, per prevenzione secondaria si intendono quegli esami che permettono una diagnosi precoce, ancor prima che sopravvengano i sintomi della malattia. Pur non essendo azioni che riducono la possibilità di ammalarsi, esse consentono una diagnosi precoce prima che si manifestino sintomi evidenti. Questo “anticipo” diagnostico permette di attivare trattamenti efficaci, meno aggressivi e con maggiori probabilità di guarigione. Quando queste procedure diagnostiche vengono organizzate dal Servizio Sanitario Nazionale su vaste fasce di popolazione, con criteri ben definiti di selezione della popolazione stessa, si parla di screening. Ad esempio, l’invito ad eseguire la ricerca del sangue occulto nelle feci per la diagnosi precoce del tumore del colon retto si può definire campagna di screening, così come lo screening mammografico ogni 1-2 anni nelle donne di età compresa fra i 45-50 e i 70 anni.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, con la diagnosi precoce il cancro può essere sconfitto)

A conferma di quando detto, si può ricordare come la sopravvivenza delle donne alle quali viene diagnosticato un tumore della mammella sia aumentata notevolmente negli ultimi 20-30 anni, anche grazie all’introduzione di campagne di screening specifico. Altrettanto vale per i tumori della cervice uterina e del colon retto, rispetto ai quali, per lo stesso motivo, si sono ottenuti miglioramenti significativi.

Prevenzione cardiovascolare ancora più importante se uno dei genitori è affetto da diabete

Nell’ambito delle malattie cardiovascolari la prevenzione è indispensabile soprattutto per i membri di famiglie che hanno un rischio “aumentato” perché si sono verificati casi di infarto, ictus cerebrale o altra malattia causata da trombosi in età inferiore ai 65 anni, oppure perché il padre o la madre sono affetti da diabete. La storia della propria famiglia non può essere modificata ma la consapevolezza di una fragilità famigliare dovrebbe mettere all’erta i discendenti in modo che scelgano il più precocemente possibile uno stile di vita che non aggiunga rischio a rischio.

(Per approfondire leggi qui: Trombosi? No grazie, almeno in 1 caso su 3)

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