In classe, dove ci sono insegnanti troppo stressati, anche gli alunni potrebbero esserlo. Lo stress quindi “contagerebbe” ragazzi e docenti? Uno studio realizzato dalla University of British Columbia (Canada) ha individuato una correlazione fra il burnout degli insegnanti e un alto livello di cortisolo negli studenti. Il cortisolo, un ormone, è un indicatore biologico dello stress.
I risultati dello studio sono stati illustrati su Social Science & Medicine. Il team ha analizzato campioni di saliva di oltre 400 ragazzi delle scuole elementari per testare livello di cortisolo. È emerso effettivamente come nelle classi in cui gli insegnanti avevano attraversato periodi di forte stress, i livelli di questo marcatore erano effettivamente elevati.
Quella individuata nelle ricerca è una semplice associazione tra due variabili che suggerisce, come ammettono gli stessi autori, la possibilità di un “contagio” dello stress nelle aule. Tuttavia non è chiaro cosa arrivi prima, se questa condizione dagli alunni si rifletta sui docenti o viceversa.
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Secondo una prima ipotesi una classe stressata potrebbe essere il risultato di un supporto inadeguato ricevuto dagli insegnanti che può pregiudicare la loro capacità di gestire bene gli alunni. Una classe scarsamente gestita potrebbe alimentare la frustrazione degli alunni, i loro bisogni potrebbero non essere soddisfatti in pieno e il loro livello di stress potrebbe salire.
Ma dall’altro lato lo stress può scaturire dagli studenti che renderebbero l’insegnamento più difficoltoso alla luce del loro maggior livello di ansia o dei loro problemi comportamentali. In questo caso gli insegnanti si sentirebbero schiacciati e riporterebbero più casi di burnout.
Stress dovuto a fattori individuali e ambientali
«L’associazione tra livello di cortisolo e burnout o stress degli insegnanti è un dato piuttosto inedito in letteratura e merita sicuramente ulteriori approfondimenti, anche per valutare meglio il peso di tutte le variabili che possono influenzare questa correlazione», spiega il dottor Enrico Lombardi, psicologo e psicoterapeuta dell’ospedale Humanitas.
«Lo stress è una condizione causata da un rapporto sbilanciato tra le risorse che un individuo percepisce di avere a disposizione per far fronte alle diverse richieste dell’ambiente e le effettive caratteristiche delle richieste stesse. In questo rapporto l’ambiente e il contesto giocano quindi un ruolo determinante che va a impattare sulle caratteristiche individuali della persona. Per ritornare al caso della ricerca canadese, sarebbe interessante considerare il contesto ambientale in senso più ampio, includendo per esempio l’organizzazione scolastica e le risorse educative a disposizione, fino alle famiglie di provenienza degli studenti e al contesto socio-culturale in cui sono inserite», aggiunge il dottor Lombardi.
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Le variabili individuali e quelle ambientali rivestono dunque un ruolo ben preciso nel dar vita a forme di stress: «Come gli stessi autori dello studio suggeriscono sarà interessante andare ad approfondire con ulteriori studi il “peso” che variabili individuali e ambientali hanno nel promuovere lo stress», conclude lo specialista.