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Trovato un legame tra una proteina e l'asma da infezione virale

24/02/2015

Un gruppo di ricercatori del Medical College e del Centro di ricerca dell’Ospedale pediatrico del Wisconsin, negli Stati Uniti, ha condotto uno studio in cui è dimostrato un collegamento fra una proteina e lo sviluppo dell’asma da infezione virale. La ricerca rappresenta un primo passo per poter definire un nuovo tipo di terapia che possa prevenire lo sviluppo dell’asma post virale nei bambini più piccoli.

L’asma è una malattia cronica che si manifesta con un’infiammazione delle vie aeree. È caratterizzata da una iperreattività bronchiale che causa le ricorrenti crisi, i cosiddetti attacchi d’asma. In Italia si stima la presenza di circa tre milioni di pazienti asmatici, mentre la Global Iniziative for Asthma ne conta circa 300 milioni in tutto il mondo.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Biological Chemistry. In precedenza erano emerse delle evidenze sul legame tra una chemochina nota come CCL28 e lo sviluppo acuto della patologia post virale. Le chemochine sono proteine e appartengono a una particolare classe di citochine impegnate nella risposta immunitaria. Elevati livelli di CCL28 sono stati trovati nelle vie aeree delle persone asmatiche.

 

Sopperire a un deficit di risposta immunitaria

In questa pubblicazione, gli scienziati sottolineano come persino in assenza di infezione virale questa chemochina gioca un ruolo nell’attivazione dell’asma, ma solo se la proteina ha subito il processo di ripiegamento molecolare assumendo la sua funzione fisiologica. Secondo gli autori, sfruttando le sue caratteristiche strutturali dunque, possono essere sviluppati dei potenti e specifici inibitori di CCL28.

Lo conferma il dottor Michele Ciccarelli, responsabile dell’Unità operativa di Medicina Generale e Pneumologia di Humanitas, che sottolinea l’utilità di questo studio: «La molecola al centro della ricerca potrebbe essere un target per un possibile intervento terapeutico. Al momento – prosegue – sono pochi i trattamenti  in grado di bloccare la sua azione proinfiammatoria del sistema immunitario innato».

«Lo studio dei ricercatori del Wisconsin si inserisce in una vasta letteratura sul rapporto fra asma bronchiale e infezioni virali –  continua Ciccarelli – in quanto queste ultime possono rientrare fra i fattori causali della patologia ed essere responsabili degli eventi di riacutizzazione dell’asma. Il motivo di questa correlazione probabilmente risiede nel deficit di risposta immunitaria alle infezioni virali del soggetto asmatico» – conclude l’esperto.

 

Risposte del dottor Michele Ciccarelli

responsabile dell’UO di Medicina Generale e Pneumologia di Humanitas

 

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