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Ebola: in Guinea è ormai epidemia

03/04/2014

«Un’epidemia senza precedenti». Così è stata definita dai Medici senza Frontiere la diffusione dell’ebola, virus estremamente aggressivo per l’uomo che sta investendo la Guinea in questo periodo. Di febbre emorragica, causata dall’ebola, sono morte 22 persone dei 78 decessi registrati nel Paese. E per di più si tratta di casi disseminati in un’area molto vasta che complica il lavoro delle organizzazioni che stanno cercando di bloccare la diffusione del virus.

 

«Ci troviamo di fronte a un’epidemia di dimensioni mai viste in relazione alla distribuzione dei casi sul territorio, con molte città colpite nel Sud e casi nella Capitale», ha commentato il coordinatore locale di Medici senza frontiere, Mariano Lugli. Secondo il governo della Guinea, il virus individuato nel Paese è «di tipo Zaire, la forma più aggressiva e la più mortale delle cinque varianti della famiglia di filovirus che provocano l’Ebola».

 

In quale modo è possibile contenere la diffusione del virus? Lo abbiamo chiesto al professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas.

«La collaborazione a livello internazionale è fondamentale: permette di identificare in tempi rapidi gli eventuali agenti patogeni e mettere in atto strategie di isolamento e contenimento. Parallelamente, è indispensabile concentrarsi sulla ricerca scientifica, l’unica vera arma a nostra disposizione per fronteggiare le nuove minacce come questa. Può infatti da una parte aiutarci a capire in che modo virus e batteri funzionano e interagiscono con il sistema immunitario; dall’altra parte sviluppare armi diagnostiche e terapeutiche, anticorpi o vaccini. Non dimentichiamo che i vaccini costituiscono una sorta di “assicurazione sulla vita” per l’umanità di fronte al rischio di comparsa di nuovi agenti infettivi aggressivi».

 

                                                                                            Risposta a cura del prof. Alberto Mantovani

Direttore Scientifico dell’Istituto Humanitas

e docente di Patologia all’Università degli Studi di Milano

 

A cura di Simona Camarda

 

 

 

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