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Infiammazione, dalla ricerca una ‘voce’ per spegnerla

16/07/2013

 

La molecola D6 svolge un ruolo importante nel controllare lo spegnimento delle risposte infiammatorie. Massimo Locati, Raffaella Bonecchi ed Elena Borroni, del Laboratorio di Biologia dei Leucociti in Humanitas e dell’Università degli Studi di Milano, ci spiegano l’importanza di questo recettore e gli ultimi sviluppi della ricerca.

«In seguito a uno stimolo lesivo di varia natura l’organismo attiva una risposta infiammatoria, che in condizioni normali si spegne una volta eliminata la condizione che l’ha indotta. In molte condizioni di malattia qualcosa in questo processo non va come dovrebbe, la risposta infiammatoria diventa cronica e si hanno gravi conseguenze per l’organismo. Alcuni anni fa abbiamo scoperto che per spegnere l’infiammazione ed evitare che si trasformi in un processo cronico è essenziale la molecola D6, una sorta di “recettore spazzino” per chemochine. D6 infatti riconosce le chemochine, che causano l’accumulo nei tessuti dei globuli bianchi che di solito circolano nel sangue, e procede a eliminarle. In presenza di un difetto di D6 le chemochine restano quindi nei tessuti più a lungo del dovuto, con conseguente continuo accumulo dei globuli bianchi che danneggiano il tessuto cronicamente infiammato».

 

Un recettore che parla

Nonostante i ricercatori avessero già chiarito l’importanza dell’attività di D6, finora non erano riusciti a capire come funzionasse, per cui la molecola D6 veniva chiamata “recettore silente”. Dopo alcuni anni di lavoro in collaborazione con gruppi di ricerca internazionali, i ricercatori hanno pubblicato un articolo su Science Signalling in cui rivelano che D6 “parla”, hanno infatti identificato uno specifico segnale intracellulare che è alla base del suo funzionamento.

«I risultati di questa ricerca non solo mettono a fuoco un aspetto importante della ricerca di base, ma aprono nuovi scenari terapeutici per il controllo delle malattie su base infiammatoria, in quanto la comprensione dei meccanismi molecolari con cui D6 segnala consentirà di capirne le ragioni del possibile mancato funzionamento in condizioni di malattia e di elaborare nuovi approcci farmacologici volti al potenziamento delle sue attività favorevoli alla risoluzione dell’infiammazione».

 

A cura di Valeria Leone

 

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