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A Milano la Giornata mondiale contro le malattie infiammatorie croniche dell’intestino

08/05/2012

Una giornata interamente dedicata alle tematiche legate alla colite ulcerosa o malattia di Cohn. Il 12 maggio a Milano va di scena la Giornata mondiale Ibd, organizzata dall’Associazione nazionale A.M.I.C.I.

Il 12 maggio, in occasione della giornata mondiale IBD, l’Associazione nazionale A.M.I.C.I. promuove un incontro su tematiche medico sociali, di studio e di ricerca. L’Associazione, costituita da persone affette da colite ulcerosa o malattia di Crohn e dai loro familiari, sarà affiancata nel coordinamento dell’iniziativa da un Comitato di medici specialisti.

Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) sono una patologia in netto aumento nel mondo occidentale e comprendono due malattie: rettocolite ulcerosa (RCU) e malattia di Crohn (MC). Sono due malattie a decorso cronico caratterizzate da un’infiammazione dell’intestino, la cui causa è ancora sconosciuta. Poiché in alcuni casi le due malattie assumono un quadro clinico molto simile, vengono spesso classificate come un’unica entità e denominate malattie infiammatorie croniche intestinali, caratterizzate dall’alternarsi di fasi di benessere a periodi di riacutizzazione.
Il numero di malati in Italia può essere stimato tra 150.000 e 200.000, con un’incidenza di circa 100 nuovi casi per milione di abitanti l’anno. La CU e la MC possono manifestarsi a qualsiasi età, ma l’incidenza più elevata è tra i 20 e i 40 anni per la prima e tra i 15 e i 35 per la seconda; uomini e donne ne sono egualmente colpiti. Essenziale è, in questo quadro, lo sviluppo della ricerca scientifica. La colite ulcerosa interessa sempre il colon e il retto in maniera più o meno estesa e non raggiunge mai altre zone dell’intestino; la malattia di Crohn, invece, può manifestarsi teoricamente a livello di tutto il canale alimentare (dalla bocca fino al retto e all’ano) anche se la zona più frequentemente colpita è la parte finale del piccolo intestino (ileite) o tratti variabili del colon (colite) o entrambe (ileocolite). Ambedue le affezioni devono essere tenute sotto controllo medico con esami periodici ed adeguata terapia, per favorire il mantenimento della fase di remissione, per trattare in modo corretto le ricadute, per limitare il rischio di complicanze e per ridurre la necessità di ricorso ad interventi chirurgici.

Per garantire all’utente i migliori risultati di cura in termini di qualità di vita e prevenzione delle complicanze, i percorsi diagnostico-terapeutici vengono messi a punto grazie alla collaborazione tra le discipline mediche che si occupano di tali patologie. A.M.I.C.I., con circa tremila iscritti, riunisce le persone affette da Colite Ulcerosa e da Malattia di Crohn, i loro familiari e tutti coloro che condividono il valore della salute e il vincolo della solidarietà sociale. A.M.I.C.I. aderisce ad una federazione europea, E.F.C.C.A. (European Federation of Crohn’s and Ulcerative Colitis Associations – www.efcca.org), che raccoglie 26 associazioni di ventiquattro paesi e oltre centomila associati.

L’associazione si propone la soluzione dei problemi medici e sociali posti dalle MICI e s’impegna per ottenere sostegni alla ricerca scientifica per promuovere la conoscenza di queste malattie e facilitarne la diagnosi e la cura efficace. Così come la terapia farmacologica delle MICI, anche la chirurgia negli ultimi anni ha fatto notevoli passi avanti dal punto di vista di migliorare la qualità di vita dei pazienti. Ciò, sia con la messa a punto di interventi innovativi, più efficaci e funzionalmente meno debilitanti, sia con l’utilizzo di tecniche meno invasive e meglio accettate da questa particolare tipologia di pazienti che saranno illustrate da chirurghi di rilevanza nazionale. Le MICI possono esordire nei primi anni di vita.
La sintomatologia d’esordio può essere subdola o acutissima e spesso è caratterizzata da problematiche esclusivamente extraintestinali. Il processo infiammatorio cronico può condizionare la crescita staturo-ponderale e lo sviluppo puberale. Sicuramente si tratta di un problema in aumento, sia per la maggior attenzione alle malattie, sia per le sempre crescenti possibilità diagnostiche. Su questo tema occorre una maggior sensibilità, soprattutto da parte delle istituzioni.

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