Silvio Danese, medico ricercatore di Humanitas, è il nuovo segretario della European crohn’s and colitis organization (ECCO). Il punto sulle malattie infiammatorie croniche dell’intestino.
Il professor Silvio Danese, medico ricercatore di Humanitas, è stato nominato segretario per i prossimi tre anni della European crohn’s and colitis organization (ECCO) durante l’VIII congresso della società scientifica che si è tenuto a Barcellona. La ECCO conta oltre 1.500 iscritti e i congressi radunano oltre 4mila specialisti di malattie infiammatorie croniche dell’intestino da tutto il mondo. Le malattie infiammatorie croniche intestinali (in inglese “IBD”, inflammatory bowel disease), comprendono il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Si calcola che in Italia circa 200mila persone siano oggi affette da queste patologie. Negli ultimi 10 anni la diagnosi di nuovi casi e il numero di ammalati sono aumentati di circa 20 volte. Le IBD colpiscono con la stessa frequenza i due sessi, con un esordio clinico che in genere si colloca fra i 15 e i 45 anni.
Le cause e i fattori di rischio
Le IBD sono malattie “idiopatiche” ovvero a causa sconosciuta. L’ ipotesi patogenetica prevalente è quella di una reazione immunologica abnorme da parte dell’intestino nei confronti di antigeni (per esempio batteri normalmente presenti nell’intestino). Questo squilibrio immunologico può instaurarsi per un’alterata interazione tra fattori genetici propri dell’individuo e fattori ambientali. È noto che le IBD presentano una certa “familiarità”, ovvero la tendenza ad un maggior rischio nei parenti delle persone affette, ma non sono malattie ereditarie. Recentemente è stato individuato un gene chiamato NOD2 che, se mutato, rende più suscettibili alla malattia di Crohn. Tra i fattori ambientali il più importante è il fumo che, curiosamente, predispone al morbo di Crohn ma sembra essere protettivo nei confronti della rettocolite ulcerosa. Anche situazioni di disagio psichico (come ansia e depressione) possono essere coinvolte.
Come si manifestano e con quali complicanze
Sia il morbo di Crohn che la colite ulcerosa sono malattie ad andamento cronico o ricorrente, che si presentano con periodi di latenza alternati a fasi di riacutizzazione. I sintomi delle due patologie sono diversi. Per il morbo di Crohn la diarrea e il dolore addominale, soprattutto localizzato nella parte inferiore destra dell’addome (corrispondente all’ultima ansa ileale, la sede più frequente di malattia) sono i sintomi iniziali più frequenti. La rettocolite ulcerosa invece si presenta quasi sempre con diarrea ematica (contenente sangue rosso vivo e muco commisti a feci), associata a “tenesmo” (sensazione di incompleta evacuazione) e talvolta ad anemia.
Entrambe le malattie possono avere periodi di latenza alternati a fasi di riaccensione dell’infiammazione. Quando l’infiammazione intestinale si riacutizza compaiono anche sintomi costituzionali quali febbre, dimagramento, profonda stanchezza, inappetenza. Nel tempo il morbo di Crohn può complicarsi con la formazione di stenosi (restringimenti del lume del tratto di intestino colpito fino all’occlusione intestinale), fistole (comunicazioni tra intestino e cute, o fra organi addominali) o ascessi. Queste complicanze possono richiedere un intervento chirurgico. Le complicanze tipiche della rettocolite ulcerosa sono invece il megacolon tossico (quadro acuto di dilatazione del colon che necessita di intervento chirurgico), lo sviluppo di cancro sulla mucosa infiammata del colon. In alcuni casi possono essere presenti manifestazioni extra-intestinali come patologie articolari, oculari, cutanee, epatiche, eccetera.
Gli esami consigliati
Gli esami strumentali che aiutano una corretta diagnosi delle malattie infiammatorie croniche sono:
– la colonscopia con eventuale ileoscopia retrograda;
– la definizione del quadro anatomo-patologico delle biopsie intestinali mediante esame istologico;
– l’ecografia addominale e dell’intestino con radiografia del tenue, tac enteroclisi o risonanza magnetica addominale;
– gli esami ematici (emocromo ed indici di infiammazione).
Le cure
Le IBD sono malattie che necessitano di terapia di tipo medico, di stretta sorveglianza clinica e di un appropriato regime terapeutico. La terapia medica ha lo scopo di indurre la remissione clinica della malattia e di mantenere i pazienti liberi da riacutizzazioni della patologia. La terapia medica nelle forme non complicate si basa sull’uso di farmaci come la mesalazina, il cortisone, gli immunosoppressori (es. azatioprina/6-mercaptopurina), alcuni antibiotici ad azione sui batteri del tratto digerente, e sui farmaci biologici di nuova generazione come gli anticorpi bloccanti il Tumor necrosis factor (TNF). Il fallimento della terapia medica e l’insorgenza di complicanze può porre l’indicazione alla terapia di tipo chirurgico (come nel caso di stenosi intestinali).
In Humanitas è attivo un ambulatorio dedicato alle IBD (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali) al quale è possibile accedere prenotando una visita specialistica contattando il numero: 02.8224.8282 e prenotando una prima visita nell’ambulatorio KMORB. L’ambulatorio è convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale.
A cura della Redazione