Progetto Gaza: dalla Medicina una speranza per la pace

Uguaglianza nelle cure, al di là dell’appartenenza politica o religiosa. E’ la filosofia che da anni guida il “Progetto Gaza” coordinato da Eitan Kerem, che a Gerusalemme assiste i bambini ebrei ed arabi affetti da fibrosi cistica. Il programma è stato presentato presso l’Università di Milano.

Assistere i bambini affetti da fibrosi cistica che abitano nella striscia di Gaza, al di là della loro appartenenza a Palestina o Isreaele, e formare il personale palestinese, medico ed infermieristico, in modo specializzato nella cura di questa grave malattia. Sono gli obiettivi del “Progetto Gaza”, creato dal prof. Eitan Kerem, responsabile del dipartimento di Pediatria dell’Ospedale Hadassah – Mount Scopus di Gerusalemme. Un esempio concreto di medicina per la pace, proseguito negli anni nonostante i rapporti difficili tra Palestina ed Israele, e rimasto in sordina fino ad oggi, per motivi di sicurezza. Questo progetto è stato illustrato dallo stesso Kerem il prossimo 5 aprile nel corso di una lecture presso l’Università degli Studi di Milano.

“Nella striscia di Gaza si riscontra un alto numero di bambini affetti da fibrosi cistica – spiega il prof. Alberto Mantovani, Prorettore alla Ricerca dell’Università di Milano, Direttore Scientifico di Humanitas -, una malattia genetica, cronica ed evolutiva che si manifesta con l’incapacità dell’organismo di controllare alcuni agenti infettivi. Coinvolge numerosi organi e apparati: nel caso dei polmoni, ad esempio, l’infiammazione cronica determina un progressivo deterioramento degli organi stessi e un declino graduale della funzionalità respiratoria”.

I piccoli pazienti dell’ospedale Hadassah, situato nella parte nord orientale di Gerusalemme, sono ebrei ed arabi che riflettono il carattere eterogeneo di questa regione. La sfida dei medici è sempre stata fornire le migliori cure mediche nel rispetto delle differenze etniche, culturali e religiose dei pazienti. Lo stesso personale medico ed infermieristico, ebreo ed arabo, riflette queste differenze. “Ho sempre considerato questa diversità etnica e culturale – spiega il dott. Eitan Kerem – come un’opportunità di incontro e di pace tra arabi e israeliani. Il nostro reparto è uno dei pochi luoghi in Israele dove israeliani e arabi, in conflitto da decenni, si incontrano in un contesto che permette loro di conoscersi e di aiutarsi: uguaglianza nella malattia e nelle cure. In un luogo dove il nemico da combattere è la fibrosi cistica”. Diverse sono le iniziative che il reparto di Pediatria dell’Hadassah ha messo in atto per facilitare l’incontro tra le due popolazioni e per alleviare le sofferenze dei giovani pazienti: grande è la volontà di aumentare la percentuale di personale medico e paramedico palestinese; le barriere linguistiche vengono superate grazie all’aiuto di interpreti, che facilitano il dialogo con le famiglie; medici travestiti da clown parlano con i bambini nel linguaggio universale della mimica e dell’umorismo.

Il Progetto Gaza non fornisce solo cure mediche ai piccoli pazienti provenienti dalla Striscia di Gaza. “In collaborazione con il Centro Peres per la Pace – spiega Baroukh Assael, direttore del Centro di Fibrosi Cistica dell’Ospedale di Verona – il dipartimento di Pediatria dell’Hadassah si è posto l’obiettivo di formare personale medico e paramedico palestinese, in modo da aiutarli a creare un centro specializzato nella stessa Gaza. Anche perché, dopo la chiusura delle frontiere, per i piccoli pazienti è sempre più difficile arrivare a Gerusalemme. Già tre medici, un’infermiera e un fisioterapista provenienti dal territorio palestinese sono andati presso il dipartimento del prof. Kerem per un corso intensivo di un anno. Questa squadra ritorna ogni settimana per condividere e discutere i casi più difficili”.

Questo progetto costituisce un esempio di come la Medicina possa superare le barriere tra i popoli: uno strumento di dialogo e di pace al di là di ogni differenza etnica, culturale e religiosa. “Per il futuro – precisa Kerem – la speranza è riuscire a dare una base permanente al progetto di formazione di tecnici e di consulenza per i pazienti, superando gli ostacoli burocratici e militari, come permessi e controlli, oltre che economici”. “Fondazione Humanitas per la Ricerca sostiene il Progetto Gaza – conclude il prof. Mantovani, presidente della Fondazione – mettendo a disposizione degli studenti di Medicina dell’Università degli Studi di Milano alcune borse di studio per un tirocinio nella struttura diretta dal professor Kerem”.

A cura della Redazione

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