La TAC spirale e gli altri metodi diagnostici sono al centro di un importante dibattito.
Al meeting sono intervenuti ricercatori europei, americani ed, in particolare, i ricercatori italiani responsabili dei maggiori studi controllati, di cui il Progetto DANTE (Diagnostica Avanzata per lo screening delle Neoplasie polmonari con la TAC e la biologia molecolarE ), lanciato proprio in Humanitas nel 2001, è stato il primo in assoluto.
La dott.ssa Christine Berg, del National Cancer Institute, ha presentato in anteprima i dati sull’esito dello studio americano “National Lung Screening Trial“, recentemente annunciato alla stampa e in corso di pubblicazione. “In questo studio, circa 53.000 pazienti sono stati suddivisi casualmente in due gruppi; il primo gruppo era sottoposto a screening con TAC, mentre il secondo eseguiva lo screening attraverso la radiografia del torace (considerata inefficace dai ricercatori americani e quindi un’ideale metro di paragone)”, spiega il dott. Maurizio Infante, aiuto presso l’unità operativa di Chirurgia Toracica dell’Istituto Clinico Humanitas e principal investigator del progetto DANTE.
La TAC spirale può prevenire la formazione del carcinoma al polmone
“La dott.ssa Berg conferma che lo screening dei pazienti a rischio con la TAC spirale per 3 anni consecutivi ha ridotto la mortalità per carcinoma polmonare del 20%, rispetto ai risultati ottenuti dallo screening che prevede una radiografia del torace ogni anno. Questa differenza è divenuta molto evidente dopo un follow-up di 6 anni dall’ultima TAC e la mortalità per tutte le cause è risultata, fra coloro che eseguivano la TAC, inferiore del 6%.
Secondo i ricercatori europei i risultati dello studio sono di notevole interesse. Ma lo screening con la radiografia del torace – continua il dott. Infante – introduce nel ‘National Lung Screening Trial’, un elemento di paragone dal peso mai chiaramente definito, che potrebbe almeno in parte falsare i risultati dello studio americano. E mancano ancora i dati sul rapporto fra effetti negativi e positivi di uno screening di massa, una informazione cruciale per decidere quale politica adottare in materia di sanità pubblica. La TAC spirale, infatti, non vede i soli tumori; rileva anche elementi differenti, come i noduli benigni, non riconoscibili attraverso questa analisi, che portano tanti pazienti a fare indagini di approfondimento, spesso inutili.
I ricercatori europei ed americani sono concordi sulla necessità di portare a compimento gli studi in corso nel vecchio continente, caratterizzati da un disegno sperimentale che prevede il confronto fra lo screening con la TAC e la pratica clinica standard.
Negli studi europei sono stati iscritti finora circa 32.000 pazienti, con tempi di osservazione, per molti di essi, di diversi anni. Si è pertanto concordato di eseguire nel corso del 2012 un’analisi provvisoria dei risultati ottenuti fino ad ora, con l’obiettivo di fare chiarezza sull’utilità della TAC nella diagnosi precoce dei tumori polmonari“.
A cura della Redazione