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Fecondazione assistita, nuove rotte per la cicogna

30/06/2010

Esistono ancora i viaggi “della speranza” a scopo procreativo? Quanto il sovrappeso può incidere negativamente sulla gravidanza? Con l’esame del sangue è possibile predirre una menopausa precoce?

Un terzo degli italiani (i primi in Europa) si reca all’estero per avere un figlio, test per predirre la menopausa e legame tra sovrappeso e rischio di aborto. Sono queste le principali tematiche sviluppate al 26esimo meeting della Società europea di riproduzione e embriologia umana (Eshre) che si è concluso il 30 giugno a Roma. Un appuntamento che si svolge ogni anno in una città europea diversa e che riunisce numerosi esperti a livello internazionale per fare il punto sulle ultime ricerche e novità. Quest’anno si è svolto nella capitale italiana ed ha raggiunto un record per numero di iscritti. Relatore al Congresso anche il Prof. Paolo Emanuele Levi Setti, Responsabile del Dipartimento di Ginecologia e Medicina della Riproduzione in Humanitas che durante il meeting ha parlato, in particolare, dei miglioramenti ottenuti in tema di fecondazione assistita dopo le recenti modifiche della Corte Costituzionale alla legge 40.

Prof. Levi Setti, esiste ancora la migrazione a scopo procreativo?
“Esiste ancora anche se sono necessarie alcune precisazioni. Lo studio presentato al Congresso per cui il 32% degli italiani si reca in altri Paesi europei per la Procreazione medicalmente assistita è la fotografia di uno stato di fatto che non esiste più. Si riferisce, infatti, al 2007, anno in cui gli italiani cercavano altre soluzioni in relazione ai limiti imposti dalla legge 40 sulla fecondazione assistita. Dal maggio 2009, invece, la Corte Costituzionale ha profondamente modificato la legge 40 al punto che anche in Italia si può ottenere un trattamento e una assistenza ottimale per cercare una gravidanza, non dissimile a quello di altri Stati europei. E spesso anche attraverso il Servizio Sanitario Nazionale. Lo studio, quindi, non rappresenta la realtà odierna se non per una piccola parte. Rimane, infatti, ancora fuori una quota di coppie che hanno necessità di ricorrere alla donazione di gameti, che in Italia è proibita, rivolgendosi altrove. E questo li espone a una mercificazione. Prima della legge 40, infatti, in Italia la donazione era regolata da un codice deontologico che prevedeva che fosse gratuita, anonima e che qualunque metodica non potesse svolgersi al compimento del 51esimo anno di età. In alcuni Paesi come, per esempio, Spagna o Francia, queste regole sono condivise, mentre la mercificazione è diffusa e tipica in altri Paesi”.

Sovrappeso e buon andamento di una Pma: esiste un legame?
“Sì, esiste. Si sa che il sovrappeso incide sul buon esito di una gravidanza insorta spontaneamente. Lo studio presentato al Congresso è una conferma che questo legame è presente anche in chi si sottopone a cicli di Pma. Nello specifico, le donne con un indice di massa corporea (Bmi) superiore a 25 sono esposte a un rischio doppio di aborto spontaneo nei primi tre mesi di gravidanza rispetto alle donne non in sovrappeso. E anche di maggiori complicanze durante l’intera gravidanza. Questo significa in linea generale che le donne devono essere informate ed ‘educate’ al controllo del peso corporeo nel momento in cui prevedono di cercare una gravidanza”.

Ormone “antimulleriano” per predirre una menopausa precoce: qual è l’utilità?
“Viene confermato che l’ormone antimulleriano, che si esegue con un esame del sangue, ha una capacità predittiva migliore rispetto ad altri test relativamente all’individuazione dell’età biologica di una donna e per identificare il periodo della menopausa. Si tratta, quindi, di uno strumento utile nei casi in cui ci possa essere un rischio familiare o anamnestico di incorrere in menopausa precoce o in chi deve sottoporsi in giovane età a cicli di chemioterapia per valutare un eventuale congelamento preventivo di ovociti. E’ stato, inoltre, presentato un lavoro di ‘misurazione’ dell’età dell’ovaio che utilizza una metodica semplice, cioè un’ecografia ad altissima risoluzione che, eseguita nel periodo mestruale, rende possibile la conta dei follicoli antrali, che sono quelli che si ‘preparano’ ad ogni ciclo e tra cui ne viene ‘scelto’ uno per la maturazione. Questo conteggio è in relazione alla menopausa. Il dato, in realtà, era già noto, ma solo per le donne infertili. Ora, invece, il lavoro ha realizzato una curva di normalità sulle donne fertili. Probabilmente l’associazione tra l’ormone antimulleriano e la conta dei follicoli antrali darà più forza al risultato che si cerca di ottenere: l’esatta conoscenza della probabilità di concepire”.

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