Salute delle donne, gli ospedali sempre più “rosa”

Sono 122 i nuovi centri riconosciuti per l’attenzione alle donne, oltre 50 con tre “bollini” rosa di Onda. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna le Regioni con il maggior numero di riconoscimenti.

Sono ormai 224 gli ospedali ‘a misura di donna’ sull’intero territorio nazionale: quest’anno su 132 candidature ben 122 strutture si sono aggiudicate i prestigiosi bollini rosa, di queste oltre 100 hanno ricevuto più di un bollino. In particolare, a 51 ospedali sono stati assegnati 3 bollini, altri 51 hanno ricevuto 2 bollini, 20 un bollino. Proviene dal Nord il 69 per cento delle candidature. Il Centro (17 per cento) e il Sud (13 per cento) sono tuttora meno rappresentati, mentre prosegue la scoperta di eccellenze italiane nei piccoli centri di provincia e all’estero, con una struttura premiata a Sorengo, in Svizzera. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna le Regioni con il maggior numero di ospedali premiati, 36 quelli che si sono ricandidati per ottenere più bollini rispetto al 2009.
L’iniziativa promossa da O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna) per far emergere le strutture più attente alle esigenze femminili, è ormai giunta alla quarta edizione, contribuendo a diffondere sempre più anche nel nostro Paese il concetto internazionale di ‘women’s hospital’. Ne sono un esempio i 3 migliori bollini rosa di quest’anno, con i loro fiori all’occhiello: il percorso di prevenzione e diagnosi del tumore al seno che ha quasi azzerato i tempi d’attesa all’Istituto MultiMedica di Castellanza, la promozione del parto naturale e dell’allattamento al seno all’Ospedale di Loreto, la Carta Rosa che raccoglie tutte le informazioni cliniche del percorso assistenziale della donna dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Tre le principali novità, l’aumento in tutta Italia degli ospedali ‘senza dolore’ e le strutture che propongono la parto-analgesia, come confermato da un’indagine predisposta e presentata in questa occasione. La guida sarà nelle librerie pubblicata con Il Sole 24Ore. L’evento ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Salute.

“Con questa iniziativa – spiega Francesca Marzagora, presidente di O.N.Da – si vuole attirare l’attenzione sul problema delle donne ricoverate in ospedale, sulle loro necessità di cure specifiche e sulle difficoltà che derivano dal loro forzato distacco dalla famiglia. Secondo noi è importante infatti introdurre una prospettiva di genere all’interno dell’erogazione delle cure mediche che possa migliorare la salute non solo delle donne, ma anche degli uomini. Le esigenze più sottili manifestate dal mondo femminile in termini di diagnosi precoce e di cura, di attenzione alla privacy, di avanguardia nella ricerca su patologie prettamente femminili, non sono spesso considerate o meglio forse non sono conosciute.

L’iniziativa parte nel 2007, quando per la prima volta abbiamo coinvolto i circa 1.200 ospedali italiani, chiedendo la segnalazione di quelle strutture più simili agli Women’s hospitals americani, centri basati sulla diversità di genere. Sulla base di criteri determinati da una Commissione esaminatrice, guidata da Laura Pellegrini (alla quale vanno tutti i nostri ringraziamenti per l’impegno assunto insieme agli altri componenti: Adriana Albini, Giuliano Binetti, Maria Luisa Brandi, Annalisa de Curtis, Flori Degrassi, Maurizio De Tilla, On. Francesca Martini, Maria Grazia Modena, Maria Antonietta Nosenzo, Gianna Schelotto e Nicla Vassallo), e in base alla documentazione pervenuta, sono stati attribuiti uno o più bollini rosa, selezionando quelle strutture ospedaliere che possano essere di esempio ad altre per quanto riguarda l’attenzione al mondo femminile. E alcune realtà interessanti sono emerse.

Dal Programma Bollini Rosa discendono anche due iniziative che hanno l’obiettivo di creare un rapporto sempre più stretto con le realtà ospedaliere premiate: la prima è una Convention biennale che quest’anno avrà luogo a Roma all’Istituto Superiore di Sanità il 19 novembre in cui vengono dibattuti temi di salute femminili scelti dagli ospedali stessi; la seconda è la giornata degli “ospedali a porte aperte”, un’iniziativa che ogni anno è rivolta a una patologia femminile specifica in cui gli ospedali premiati che aderiscono offrono servizi gratuiti alle donne. Quest’anno la giornata sarà il 20 ottobre e il tema scelto è l’osteoporosi: oltre 68 ospedali di tutte le Regioni italiane hanno già aderito offrendo MOC e visite gratuite o momenti di approfondimento con convegni e conferenze.

Un’altra iniziativa legata ai Bollini Rosa riguarda il dolore al femminile. Grazie ad una indagine svolta tra gli ospedali premiati nel 2009, resa possibile grazie al sostegno di Mundipharma e Astellas Pharma, si è visto che, finalmente, nei centri di eccellenza il dolore per la donna non è più un tabù. Una situazione in grande miglioramento, soprattutto dopo l’approvazione della legge sulle cure palliative lo scorso 15 marzo. Ma parliamo pur sempre di ospedali di eccellenza. Sul resto delle strutture non vi sono dati. L’elenco di tutti gli ospedali premiati fino ad oggi è raccolto in una Guida di O.N.Da, pubblicata con Il Sole 24Ore e disponibile nelle librerie, che ha l’obiettivo di offrire alle donne uno strumento informativo in grado di orientarle in modo consapevole nella scelta dei luoghi di cura.

Come l’anno scorso, inoltre, è presente sul portale di Sanità del Sole 24Ore un banner che rimanda al nostro sito www.ondaosservatorio.it alla sezione dei bollini rosa dove è possibile utilizzare un motore di ricerca che consente di individuare velocemente le strutture più vicine.
Al fine di verificare la corrispondenza fra le candidature pervenute e le realtà ospedaliere sono previste, come l’anno scorso, delle site visit in alcuni ospedali con un criterio di selezione casuale per verificare l’esistenza delle “eccellenze al femminile” segnalate. Vengono effettuate una o più site visit mensili.

Il programma Bollini Rosa sostenuto da RVA Rasini & Viganò e Cosmetici Magistrali prosegue. Il nostro obiettivo è di delineare un percorso di miglioramento nei processi di cura, definendo nuovi parametri che sono emersi anche dagli ospedali stessi e che possano consentire alle strutture di mantenere nel tempo i bollini e di migliorare la loro posizione. I Bollini Rosa 2010 contrariamente alle precedenti edizioni hanno validità fino a fine 2011. Questo perché a distanza di 5 anni dall’avvio di questa iniziativa, l’Osservatorio è in procinto di rivedere l’intero programma, modificando in base all’esperienza di questi anni i criteri di selezione, la composizione della Commissione esaminatrice e inserendo un quarto Bollino Rosa dedicato ai casi di eccellenza che prevedono ad esempio l’esistenza di Breast Unit certificate a livello europeo.

Il prossimo bando 2012-2014 sarà on line dal 1 gennaio 2011 e il termine presentazione delle richieste di candidatura è stato fissato al 15 giugno 2011. Tutti gli ospedali già premiati che desiderano essere riconfermati dovranno ripresentare la candidatura secondo i nuovi criteri. I risultati saranno comunicati a metà dicembre 2011. Essere più vicini alle donne: è ciò che O.N.Da intende fare con questo Programma Bollini Rosa che si propone un’attenzione speciale al mondo femminile nella convinzione che l’ospedale per le donne in Italia non sia un traguardo irraggiungibile”.

La ricerca dalla parte delle donne
La “medicina di genere” è una particolare branca della medicina che si fa carico delle differenze e dei problemi legati al sesso. Le malattie autoimmuni (o immuniodegenerative) ne costituiscono il paradigma: artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, sclerosi multipla, colpiscono infatti in prevalenza le donne e per lo più in giovane età: il lupus, ad esempio, colpisce il sesso femminile con frequenza di circa 9 volte superiore al sesso maschile. E dati simili valgono anche per l’artrite reumatoide. E non è tutto: anche la terapia delle malattie infiammatorie intestinali – Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa – nelle donne comporta un aumentato rischio di problemi ossei e osteoporosi.

Di qui l’importanza di sostenere gli studi nel settore della medicina di genere, come spiega il prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas: “La gestione come paziente di una donna giovane, in età fertile, pone infatti problemi del tutto particolari: ad esempio l’importanza di garantirle la possibilità di avere figli, e di controllare gli effetti della gravidanza e della post-gravidanza sulla malattia stessa.
Le malattie autoimmuni sono patologie causate dal sistema immunitario che, ad un tratto, aggredisce il proprio organismo anziché difenderlo: non riconosce alcune cellule o componenti dei tessuti, le attacca e le distrugge. Il perché di questa auto-lesione è ancora oggi, purtroppo, sconosciuto. Tuttavia, i grandi passi in avanti fatti sul fronte della comprensione dei meccanismi con cui avviene questa aggressione, hanno portato importanti progressi nella diagnosi e nella terapia delle malattie autoimmuni.

La scoperta che le cellule del sistema immunitario comunicano attraverso ‘parole’ chiamate citochine e molecole adesive ha permesso di sviluppare terapie innovative ed efficaci. Per fare un esempio concreto, la messa a punto di farmaci che bloccano alcune citochine che scatenano l’infiammazione (inibitori di TNF e di IL-1), ad esempio, ha portato buoni risultati innanzitutto nella cura dell’artrite reumatoide. La stessa strategia terapeutica, poi, utilizzata nelle malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn e nell’artrite psoriasica, ha aperto la strada allo sviluppo degli inibitori di IL-1 (ne esiste già uno approvato in clinica), di IL-6, molecole molto promettenti che bloccano il traffico dei globuli bianchi, e delle chemochine, attualmente in sperimentazione clinica. Quest’anno, per la prima volta, un inibitore delle chemochine è stato approvato dall’FDA e dall’EMEA per l’uso clinico in pazienti con HIV. Pensiamo che questo possa essere l’inizio di un’epoca”. Fondamentale, quindi, proseguire la ricerca scientifica in questa direzione.

A cura della Redazione

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