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Virus A: conoscere per evitare allarmismi

15/07/2009

Si manifesta con tutti i sintomi di una comune influenza ma può essere mortale. Il virus A/H1N1 non arresta la sua corsa a livello planetario ed aumenta il numero delle infezioni. Come curare e prevenire la nuova influenza? La parola al prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e docente dell’Università degli Studi di Milano.

Conoscere per evitare allarmismi. Mentre si aggrava il bilancio delle vittime dell’influenza contratta dai suini in tutto il mondo, tra casi accertati e sospetti ovunque cresce la paura del contagio. Soprattutto in vista dell’autunno.
Ma cos’è realmente l’influenza da virus A-H1N1, e quali sono i reali pericoli? Per evitare inutili allarmismi e capire meglio le caratteristiche del virus, ne abbiamo parlato con il prof. Alberto Mantovani, immunologo di fama mondiale, Direttore Scientifico di Humanitas e docente dell’Università degli Studi di Milano.

Prof. Mantovani, davvero c’è da preoccuparsi?
“Di sicuro ci sono motivi di grande attenzione e preoccupazione, ma non di panico né di allarme, almeno ad oggi. Credo sia comunque utile mantenere alta l’attenzione sulle eventuali informazioni specifiche che le autorità ministeriali competenti diffonderanno.
Il sistema internazionale messo in moto e rodato con le minacce di SARS e Aviaria è oggi molto efficiente ed efficace, in grado di prendere rapidamente delle contromisure valide contro un’eventuale pandemia. La sorveglianza continua, un monitoraggio efficiente e la ricerca scientifica costituiscono, per usare un’espressione dello scienziato Rino Rappuoli, uno dei maggiori esperti al mondo di vaccini, la nostra migliore ‘assicurazione sulla vita’.
In passato, molte morti o malattie gravi associate all’influenza sono state causate da altri germi, come lo pneumococco. Al di là del vaccino specifico per il virus H1N1, quindi, altre vaccinazioni raccomandate o comunque disponibili costituiscono oggi un’importante barriera per i cittadini. Questo, tuttavia, non vale per i paesi in via di sviluppo: e questo ci impone di non dimenticare la parte più povera del mondo, che è anche la più a rischio. Al di là di motivi di etica e di solidarietà, infatti, i problemi di questi paesi, prima o poi, diventano inevitabilmente anche i nostri.
Per riuscire ad arginare un’eventuale futura pandemia ed essere davvero al sicuro, quindi, non sarà sufficiente riuscire a produrre un vaccino efficace e decidere se e a chi fornirlo, con quali tempi e modalità. Dovremo anche essere capaci di condividerne una quota significativa con i Paesi più poveri. In modo tale da salvaguardare i sistemi sanitari locali da un vero e proprio collasso che li annullerebbe, con conseguenza drastiche per l’intero pianeta”.

Quali sono i sintomi di questo tipo di influenza?
“I sintomi sono molto simili a quelli di una comune influenza: febbre alta, tosse, mancanza di appetito, affaticamento, mal si testa, nausea e, in alcuni casi, vomito e diarrea”.

Quali precauzioni si possono adottare per evitare il contagio?
“Le raccomandazioni basilari sono quelle generali delle malattie infettive, come evitare contatti troppo ravvicinati con le persone infette, lavarsi spesso le mani ed in particolare non portarle a contatto con gli occhi, il naso e la bocca. Per ora non c’è motivo di raccomandare pratiche particolari, se non le buone vecchie regole di igiene personale”.

Vale la pena procurarsi qualche farmaco attivo contro i virus influenzali?
“Assolutamente no. Fare scorte di farmaci antivirali non ha senso. I virus cambiano. Perché un farmaco sia realmente efficace deve essere mirato contro la specifica variante pandemica”.

A cura della Redazione

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