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Le precauzioni contro la varicella per gli adulti e le donne incinte

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Una malattia infettiva che colpisce soprattutto i bambini. Quali rischi corrono gli adulti? Come proteggersi? L’opinione del dott. Fabrizio Pregliasco e del dott. Maurizio Tommasini

Epidemia di varicella in vista per i prossimi mesi. Già da qualche settimana la notizia di un pre-allarme lanciato dagli esperti si è diffusa in tutta Italia, suscitando dubbi e timori non solo tra i genitori preoccupati per più piccoli, ma anche tra gli adulti che non hanno fatto questa malattia infettiva.

Ogni 4-5 anni

“L’epidemia prevista per quest’anno non è una novità”, spiega il dott. Fabrizio Pregliasco, Ricercatore all’Istituto di Virologia dell’Università di Milano, “perché è normale che ogni 4-5 anni ci sia un aumento dei casi di varicella. Il virus dopo un certo periodo di tempo trova infatti una nuova “generazione” di bambini non protetti (perché non hanno avuto la varicella) e si diffonde, soprattutto in primavera.”

Trasmissione per via aerea

Visto che la malattia si trasmette per via aerea, cioè attraverso le goccioline di saliva, la sua diffusione è rapida e semplice, ed è quindi normale che chi non è protetto abbia paura di ammalarsi. Ma quali sono i rischi? “I bambini che non hanno problemi di salute e che vengono ben curati”, sottolinea il dott. Maurizio Tommasini, Responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Generale ed Epatologia dell’Istituto Clinico Humanitas, “in genere non corrono particolari rischi se si ammalano di varicella. Qualche disagio in più, invece, può nascere negli adulti.”

Quando viene da adulti

Fare la varicella da “grande” è innanzitutto un gran fastidio: vescicole, prurito, giorni di lavoro perso. In più quando si guarisce (ma questo può succedere anche a chi ha fatto la varicella da piccolo), il virus può restare nascosto in alcuni gangli nervosi (in pratica in corrispondenza di alcuni nervi) ed essere causa dell’Herpes zoster, malattia assai più fastidiosa e dolorosa.

Pericolosa se si è in dolce attesa

“Alla varicella devono prestare particolare attenzione le donne in gravidanza”, ricorda il dottor Tommasini, “perché il virus potrebbe danneggiare il feto”. In questi casi, visto che non ci si può vaccinare, il consiglio è quello di evitare il più possibile contatti con i bambini, che potrebbero trasmettere la malattia.
“Inoltre”, dice il dottor Pregliasco, “bisogna ricordare che chi ha fatto la varicella da bambino è protetto, anche se ha avuto la malattia in forma lieve, con solo 2-3 pustolette. Nel dubbio (e anche in gravidanza) è possibile fare un esame del sangue per verificare se si hanno gli anticorpi.”

Per prevenire si può ricorrere al vaccino

E per quanto riguarda la vaccinazione? Da poco è disponibile un nuovo vaccino (sempre costituito dal virus vivo reso innocuo in laboratorio) che causa meno effetti secondari locali (gonfiore, prurito, dolore nell’area dell’iniezione) rispetto alle formulazioni più datate. E’ un vaccino sicuro ed efficace, ma non adatto a tutti. Per i bambini non è obbligatorio e non rientra tra le vaccinazioni consigliate. Questa vaccinazione, ad eccezione dei malati di Aids, può essere praticata solo in soggetti che abbiano un sistema immunitario competente. Essendo il vaccino allestito con virus attenuati può diventare pericoloso nelle persone immunocompromesse che peraltro non risponderebbero alla vaccinazione. Per queste persone al bisogno possono essere impiegate immunoglobuline specifiche o terapie antivirali. A cosa serve allora la vaccinazione? Certamente vaccinando i bambini in età scolare si riducono i focolai di infezione. Negli adulti privi di difese naturali ed esposto, la vaccinazione può essere utile. Per tutti gli altri resta valido il consiglio di non stare troppo a contatto con i piccoli malati di varicella.

A cura di Silvia Rosselli