Stai leggendo Si accende una luce in Rwanda

Magazine

Si accende una luce in Rwanda

28/06/2004

Venerdì 25 giugno è stato ufficializzata l’intenzione dell’MLFM (Movimento per la Lotta contro la Fame nel Mondo) di Lodi di avviare il primo progetto di elettrificazione, in collaborazione con padre Mario Falconi, missionario Barnabita, nel nord del Rwanda, distretto di Muhura, un territorio che ospita quarantamila abitanti, al pari di una città come Lodi.
Si tratta di una linea elettrica a media tensione da 30 kv che dalla linea dorsale della centrale idroelettrica di Ruzizi passa a 20 Km da Muhura per andare verso il capoluogo della Prefettura del Mutara.

E’ ormai da parecchi anni che si pensa ad una linea elettrica che riesca ad aiutare questa zona del Rwanda, lontana dalle principali vie di comunicazione e per questo bisognosa di iniziative che riescano a far partire il volano dello sviluppo. Da prima della guerra tra hutu e tutsi esistevano già tre progetti per tre linee elettriche, provenienti da tre direzioni differenti, ma tutto è rimasto sulla carta e la guerra non ha certo aiutato l’avvio di queste iniziative. Con il dopoguerra lo Stato ha cominciato ad incentivare, presso i Comuni, il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi: strade, acquedotti, linee elettriche e linee telefoniche. Purtroppo però i fondi sono sempre scarsi e i Comuni devono trovare le risorse economiche, trattenendole dagli stipendi dei propri dipendenti e riscuotendo le tasse dal commercio o dalla proprietà del bestiame.

Nel distretto di Muhura, anche solo l’idea di un tale progetto pareva essere davvero remota. L’MLFM ha valutato con Padre Mario che la via meno costosa, ma altrettanto efficace è quella di realizzare 20.000 metri di linea aerea che attraversa la regione collinare, utilizzando cento piloni che sostengono i tre cavi di media tensione più il cavo di guardia per proteggere la linea dai fulmini. Ad ogni palo vengono collegati tre isolatori per un totale di almeno 300.

La linea elettrica lungo il tragitto distribuisce corrente ad altri tre villaggi dove esistono piccole attività commerciali che ora funzionano con motori alimentati a gasolio quali mulini per la molitura del sorgo, del mais e della manioca, presse per ricavare l’olio di semi di girasole, qualche piccola officina che fa anche lavori di saldatura. In uno di questi villaggi esiste una miniera di cassiterite (minerale dal quale si ricava lo stagno) che attualmente pompa acqua dal fondo valle con pompe funzionanti a gasolio per il lavaggio del minerale.

Nel villaggio più importante di Muhura ci sono due scuole secondarie, ciascuna con 600 allievi tutti interni, che sfruttano la luce solare dall’alba al tramonto per studiare. Ora la Parrocchia ha messo a disposizione un gruppo elettrogeno funzionante a gasolio per poter dare due ore di luce in più al giorno, con però un notevole incremento dei costi d’acquisto del gasolio.

Sempre a Muhura le suore che risiedono vicino alla parrocchia hanno un importante ospedale di campagna con reparti di maternità, pediatria, oculistica, un centro per la lotta alla malnutrizione dei bambini e un dispensario per gli adulti. Ora funzionano con un gruppo elettrogeno, ma con questo progetto potremmo permettere all’ospedale di dotarsi di una piccola sala operatoria per aiutare le mamme in procinto di partorire, evitando loro i 20 km di strada dissestata per arrivare al più vicino ospedale. Spesso si giunge troppo tardi per far nascere il bambino.

Anche il laboratorio d’informatica per il superamento del digital divide, avviato lo scorso anno dall’MLFM in collaborazione con la Fondazione Cariplo, potrà beneficiare degli innumerevoli vantaggi che comporta avere l’energia elettrica.

Sono infine in programma le prime due attività “industriali” della zona: un’officina per tostare il caffè d’esportazione, visto che il territorio ne è un buon produttore, e una seconda, più ambiziosa, per cui si vorrebbe far diventare Muhura il granaio della Prefettura di Byumba.

Le prospettive sono davvero molte, ma l’intervento è davvero oneroso: il costo complessivo è di un milione e cinquecento mila euro. E’ comunque una necessità innegabile e l’MLFM cercherà di fare il possibile per poter ottenere i finanziamenti necessari all’avvio del progetto.

Nell’immagine: laboratorio d’informatica realizzato dall’MLFM sulla base del progetto ‘digital divide’. Ne beneficiano i 600 studenti del liceo, le suore dell’istituto vicino, gli abitanti di Muhura

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita