Monzani: più spazio alla Day Surgery in Italia

Quali sono i vantaggi per il paziente sottoposto ad un intervento in Day Surgery rispetto ad un ricovero tradizionale? Quali gli interventi chirurgici eseguibili oggi in totale sicurezza? E i vantaggi organizzativi per una struttura ospedaliera? Come si deve organizzare un ospedale per gestire in modo efficace ed efficiente questa modalità di ricovero che sta assumendo peso crescente nella sanità italiana?
Questi ed altri temi sono stati affrontati venerdì 14 e sabato 15 marzo nel congresso nazionale dedicato alla Day Surgery che ha avuto luogo in Humanitas. L’appuntamento scientifico, promosso da Roberta Monzani responsabile medico del Day Hospital Chirurgico di Humanitas, ha offerto, per la prima volta in Italia, una panoramica sulla Day Surgery con particolare attenzione agli aspetti gestionali, organizzativi e clinici grazie al contributo di esperti in campo sanitario come Roberto Anzalone, Isabella Mastrobuono ed Elio Borgonovi oltre ai clinici che hanno approfondito le tipologie di intervento legate a specifiche patologie.
Ma qual è la situazione in Italia? Abbiamo girato la domanda alla dott.ssa Monzani.

Come si pone il nostro Paese di fronte a questa metodologia di intervento?
“Nei Paesi più avanzati questo tipo di trattamenti chirurgici sia molto utilizzato e in continua crescita, in Italia invece sono ancora poche le strutture dove viene attuata sistematicamente un’attività di Day Surgery. Quello che manca, ancora in Italia è una ‘cultura della Day Surgery’ come chirurgia del futuro”.

Quali sono i vantaggi del Day Surgery?
“Questa metodologia di ricovero presenta vantaggi sotto diversi aspetti: prima di tutto per il paziente che in questo modo può tornare prestissimo a casa e l’impatto traumatico con la realtà ospedaliera si riduce al minimo; in secondo luogo per il Servizio Sanitario Nazionale visto che che la Day Surgery permette di ridurre i costi di ospedalizzazione. Quindi sarebbe auspicabile che quel 20% di tutti gli interventi eseguiti oggi in Italia in Day Surgery aumentasse, non per capriccio, ma perché se essa è ben organizzata è in grado di ottimizzare gli effetti dell’intervento chirurgico”.

Ma non tutti gli interventi possono essere eseguiti in Day surgery…
“Certo, ma si sta studiando molto, in tutto il mondo, il modo di estenderla a patologie oggi escluse”.

Gli interventi in un giorno richiedono una degenza dedicata, è sempre così?
“La mancanza di una cultura della Day Surgery fa sì che, dove viene di fatto adottata, spesso sia praticata solo in modo saltuario e di conseguenza poco sicuro. Infatti, in Italia non sempre dove si fa Day Surgery esiste una ‘degenza dedicata’ e una ‘organizzazione indipendente’: in molte realtà ospedaliere, al contrario, alcune sale operatorie vengono dedicate alla Day Surgery solo una o due volte alla settimana. E in questi casi il paziente, dopo l’intervento, viene ricoverato in una degenza ordinaria dove, non essendoci un personale infermieristico dedicato, può a volte non essere assistito adeguatamente ai fini di una dimissione precoce protetta”.

Quali sono gli accorgimenti da adottare?
“L’équipe deve selezionare il paziente da un punto di vista anestesiologico quindi tener conto del suo stato di salute in rapporto alla durata prevista dell’anestesia generale, che non deve essere superiore a 90 minuti. Da un punto di vista chirurgico, il tipo di intervento è determinante per discriminare tra ricovero ordinario o Day Surgery. Ma anche le condizioni socio-culturali del paziente sono importanti per la selezione: non possono essere sottoposti a Day Surgery, ad esempio, pazienti che vivono soli o in ambiente non adeguato, senza telefono o in condizioni igieniche non idonee. Inoltre, il paziente deve dormire, la prima notte dopo l’intervento a non più di un’ora e un quarto di viaggio dall’ospedale, deve essere in grado di comunicare con l’ospedale in qualsiasi momento e deve essere accompagnato da un altra persona, non necessariamente un parente”.

Quando il paziente è un bambino?
“Proprio per il minimo impatto col mondo dell’ospedale, la Day Surgery è molto indicata per i bambini, ma la loro ‘gestione’ in un Day Hospital chirurgico è diversa da quella degli adulti. Occorre infatti tener conto non solo degli aspetti psicologici tipici dell’età pediatrica, ma delle caratteristiche cliniche dei bambini. Gli interventi più frequenti riguardano la “circoncisione per la fimosi”, l’ernia inguinale, interventi ortopedici come il piede piatto, o il piede varo o il piede equino, adenoidi, e le tonsille. La preparazione all’intervento è organizzata ad hoc. L’invasività pre-intervento è ridotta al minimo. Anche il digiuno preoperatorio è diverso: un paziente pediatrico, infatti, tollera molto meno un periodo di digiuno protratto rispetto all’adulto. Il giorno dell’intervento viene somministrata una preanestesia e, nel caso di anestesia loco-regionale, viene eseguita una blanda sedazione; quasi sempre i bambini si tranquillizzano, alcuni si addormentano, magari abbracciati all’orsachiotto, alla bambolina o con il libro che gli è consentito portare con sé. I bambini hanno la stessa percezione del dolore degli adulti: di conseguenza è importante riuscire a dominare l’aspetto doloroso dell’intervento e del decorso post-operatorio. Durante le ore di degenza i bambini hanno a disposizione giochi, rigorosamente lavabili. Ai bambini che vengono operati viene rilasciato uno speciale “diploma del coraggio” .

L’esperienza di Humanitas
Il Day Hospital Chirurgico di Humanitas è attivo dal 1997 con un’Unità Operativa dedicata dove vengono eseguiti 9000 interventi l’anno (con una percentuale di interventi in Day Surgery superiore all’ 80% rispetto al totale degli interventi chirurgici), con un’affluenza giornaliera di 45-50 pazienti.. L’Unità Operativa è costituita da un’area di accoglienza e preparazione dei pazienti (recovery room), da un blocco di sei sale operatorie, ed una degenza postoperatoria dove i pazienti sono monitorati ed assistiti sino al momento della dimissione. Le unità chirurgiche, che afferiscono al blocco di Day Hospital, sono: oculistica, ortopedia, ortopedia pediatrica, chirurgia generale, vascolare, plastica, urologia, patologia riproduttiva, otorinolaringoiatria, chirurgia generale mininvasiva, dermatologia.
Si tratta di interventi chirurgici d’elezione, di breve e media durata; l’anestesia può essere locale, locoregionale, sedazione profonda o anche un’anestesia generale. Dopo l’operazione il paziente viene tenuto in osservazione da un minimo di una ad un massimo di otto ore. Ogni passaggio è seguito da personale medico e infermieristico specializzato Al momento della dimissione, il chirurgo consegna una lettera, con le indicazioni per i controlli successivi ed un recapito telefonico a cui rivolgersi in caso di necessità; gli anestesisti consegnano e illustrano un modulo sulle norme comportamentali generali da osservare e sulla terapia del dolore domiciliare. Queste procedure hanno permesso di mantenere un alto livello qualitativo assistenziale riducendo pressoché al minimo il rischio di complicanze ed effetti collaterali. La percentuale delle riammissioni ospedaliere post-dimissione del Day Hospital Chirurgico di Humanitas è al di sotto dei valori riportati in letteratura.

Redazione Humanitas Salute: