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Il sistema Triage e il flusso dei pazienti

31/10/2003

Il dimensionamento del Pronto Soccorso è stato calcolato in base agli accessi previsti valutati in circa 200 pazienti al giorno a regime. I flussi sono stati studiati nei minimi particolari in modo da evitare incroci e attese non necessarie: per questo le funzioni sono state ben suddivise, con aree dedicate. L’organizzazione è molto semplice ed utilizzata in molti paesi del mondo. I pazienti che giungono in Pronto Soccorso sono accolti e valutati rapidamente da un infermiere sulla base di protocolli opportunamente stabiliti: il sistema Triage. Attraverso metodi codificati (breve intervista del paziente, informazioni dal 118, informazioni da parenti o accompagnatori), viene individuato il problema principale e stabilito, in base alle condizioni d’urgenza, il livello di gravità e la priorità di ingresso in sala visita. A ciascun paziente viene attribuito un codice. Il codice Triage si esprime convenzionalmente con 4 codici di gravità, cui sono assegnati 4 differenti colori, allo scopo di dividere immediatamente i principali flussi di pazienti a seconda dell’urgenza. L’emergenza rossa, per i casi di estrema urgenza, ha un percorso diretto, immediato; il colore giallo per i casi potenzialmente molto gravi. Per loro l’accesso all’area critica è immediato in caso di peggioramento. Il colore verde, invece, per i casi apparentemente non gravi che devono essere trattati rapidamente per permettere il trattamento delle vere urgenze. I pazienti cui è assegnata una “priorità verde” hanno il maggior numero di postazioni dedicate, in modo da ridurre al minimo le attese. Infine, il colore bianco indica i casi che non hanno bisogno di un trattamento immediato e che vengono inviati in un’area ambulatoriale.

Gli interni e l’immagine: ambiente, comfort, luci e colori
Come per l’Istituto Clinico Humanitas, realizzato circa otto anni fa, la scelta fondamentale di progetto per l’immagine coordinata degli interni del nuovo Pronto Soccorso è stata quella di concepire una struttura funzionale e tecnicamente efficiente, ma con un’identità spaziale architettonica accogliente e psicologicamente “friendly”, diversa dai caratteri spesso freddi, anche se funzionali, degli ambienti ospedalieri. La concezione dello spazio interno è stata fatta in base alle esigenze funzionali espresse da Humanitas, introducendo alcuni principi di forte differenziazione spaziale nel percorso di fruizione della struttura. Gli elementi principali di differenziazione sono stati le altezze, il disegno dei soffitti, la luce integrata e differenziata per zone, le finiture orizzontali e il colore degli elementi verticali.
L’importanza data all’ingresso, all’accettazione e alle zone di prima attesa, conferma l’attenzione alla gerarchia degli spazi e dei percorsi come elemento centrale nella definizione di identità ambientale “friendly”.
Il richiamo concettuale all’Istituto Clinico Humanitas è chiaro, tuttavia nel nuovo Pronto Soccorso si è preferita una decisa semplificazione, evidente ad esempio nella tipologia e nei colori dei materiali utilizzati. Gli architetti hanno puntato su una struttura neutra per i materiali di base, sulla quale innestare liberamente una serie limitata di colori ‘forti’ e decisamente poco ‘ospedalieri’, ma stesi solo su alcune pareti e senza funzione segnaletica. Ad esempio, il materiale di finitura delle porte è lo stesso in tutto l’edificio, per consentire maggiore flessibilità per gli eventuali cambiamenti interni che si renderanno necessari in seguito.
Sono state scelte coppie di colori caldi e freddi ma comunque brillanti per caratterizzare gli spazi. Si tratta di idropitture e smalti facilmente ridipingibili in caso di necessità, che facilitano la manutenzione. Secondo un procedimento per contrasti, la scelta è caduta su tinte calde come l’arancione e il giallo e fredde come il verde acido e il blu. Per i pavimenti in PVC sono stati scelti colori ‘naturali’ e ‘artificiali’, che contrastano in modo deciso con il bianco avorio delle strutture di base e con il colore delle pareti: blu, rosso mattone, grigio e beige.
Per quanto riguarda i materiali, sono stati scelti i laminati che nell’esperienza di Humanitas si sono rivelati vincenti dal punto di vista della durata e della facilità di manutenzione.
Nell’ottica della differenziazione e dell’integrazione alle strutture architettoniche è stato concepito l’intero progetto illuminotecnica, con particolare attenzione al rapporto qualità cromatica e consumo energetico. Sono state così evitate le sorgenti di tipo alogeno a favore di lampade fluorescenti a spettro caldo e luci indirette.
Una particolare attenzione è stata dedicata alla progettazione e alla realizzazione dello spazio che ospita la Radioterapia.
Qui predominano le luci indirette e l’inusuale pavimento in legno, che danno all’intero reparto una connotazione più ‘‘domestica” e meno medicale.
Di fronte al macchinario della Radioterapia è stata progettata una parete in tessuto elastico retroilluminata, sulla quale possono essere proiettate dinamiche variazioni cromatiche in ambiente a bassi livelli luminosi allo scopo di rilassare il paziente che si sottopone alle cure.

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