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Humanitas: Alberto Mantovani Direttore Scientifico

10/10/2005

Il prof. Alberto Mantovani, uno dei maggiori esperti a livello mondiale di immunità e infiammazioni, è il nuovo Direttore Scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas – IRCCS. Succede al prof. Nicola Dioguardi, che assume la carica di sovraintendente scientifico. Il prof. Mantovani è stato presentato lunedì 10 ottobre da Gianfelice Rocca, Presidente di Humanitas, che ha evidenziato l’importanza della ricerca in un contesto internazionale in cui la competizione favorisce la crescita dei talenti e una maggiore tensione verso la qualità clinica e l’innovazione. Rocca ha colto l’occasione per annunciare l’istituzione di 10 borse di studio da 20.000 euro, che saranno assegnate ai migliori progetti presentati dai medici di Humanitas e che saranno valutati da un board internazionale. Durante la presentazione, alla quale hanno partecipato più di 200 medici e operatori di Humanitas, sono intervenuti il Vicedirettore Scientifico, Armando Santoro, che si è soffermato sul mondo della ricerca clinica, e l’Amministratore Delegato di Humanitas, Ivan Colombo, che ha presentato il progetto fisico del nuovo Centro di Ricerca e Didattica di Perseghetto.

Alberto Mantovani è nato nel 1948 a Milano, città in cui si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973. Dopo la specializzazione in Oncologia ha lavorato in Inghilterra al Chester Beatty Research Institute di Londra (1975-1976) e negli Stati Uniti presso il National Institutes of Health (1978-1979 e 1985-1986). E’ Professore Ordinario di Patologia Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano. Prima di entrare in Humanitas è stato Capo del Dipartimento di Immunologia e Biologia Cellulare dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano.
Per la sua attività di ricerca il prof. Mantovani ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali. Da diversi anni le analisi bibliometriche lo indicano come uno dei ricercatori più produttivi e citati nella letteratura scientifica internazionale, essendo diventato uno dei cento immunologi più citati negli ultimi vent’anni.
I suoi interessi si sono focalizzati da sempre sullo studio dei meccanismi di difesa immunologica, con particolare riferimento ai sistemi più primitivi (immunità innata). In questo settore il prof. Mantovani ha contributo al progresso delle conoscenze sia formulando nuovi paradigmi sia identificando nuove molecole e funzioni. In particolare, i suoi studi iniziati negli anni ‘70 hanno svelato come i macrofagi (un costituente fondamentale della reazione infiammatoria) presenti all’interno dei tumori contribuiscano alla crescita e alla progressione neoplastica, contrariamente a quanto ritenuto all’epoca.
La ricerca delle molecole che guidano i macrofagi all’interno dei tumori ha portato il gruppo del prof. Mantovani ad identificare, all’inizio degli anni ‘80, la chemochina nota come Monocyte Chemotactic Protein-1/CCL2, contribuendo così alla scoperta della grande superfamiglia delle chemochine. Lo studio dei circuiti di regolazione dei mediatori dell’infiammazione, detti citochine, lo ha portato all’identificazione e formulazione del paradigma del recettore “decoy” per Interleuchina-1, vera e propria trappola molecolare. I “decoy” costituivano all’epoca un paradigma nuovo rispetto al concetto classico di recettore che accoppia legame e risposta biologica, e si sono rivelati una strategia generale per regolare la funzione delle citochine infiammatorie, con importanti ricadute applicative. Ancora, il gruppo guidato da Alberto Mantovani ha identificato nuovi recettori dell’immunità innata e la loro via di trasduzione del segnale infiammatorio.

L’impatto trans-disease
L’infiammazione è un processo trasversale a diversi tipi di patologie: caratteristica degli studi di immunologia condotti dal prof. Mantovani è dunque l’impatto trans-disease che, a partire dallo studio delle alterazioni dei meccanismi di difesa dell’organismo, estende le sue possibili applicazioni cliniche alle principali malattie oncologiche, cardiovascolari, neurologiche e infiammatorie. “Studiare il meccanismo dell’infiammazione, che costituisce una chiave interpretativa per comprendere e affrontare un ampio spettro di patologie – spiega il prof. Mantovani – è fondamentale perché consente di sviluppare terapie innovative, come l’utilizzo di anti-infiammatori (inibitori delle citochine) anche in contesto tumorale e l’uso di nuovi farmaci biologici in malattie come l’osteoatrite o l’osteporosi. Inoltre, apre la strada a indicazioni diverse di farmaci già noti: l’esempio più clamoroso è quello delle statine, introdotte come composti che abbassano il colesterolo, ma che in realtà funzionano almeno in parte come inibitori dei processi infiammatori”.

La ricerca in Humanitas
Humanitas è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) nell’ambito gastroenterologico, riconosciuto dal Ministero della Salute e dalla Regione Lombardia tra i centri che si distinguono per la qualità delle cure e la capacità di trasferire i risultati della ricerca e dell’innovazione nell’attività clinica quotidiana.
La ricerca è il motore della dinamica scientifica ed è indispensabile per approfondire ed ampliare la conoscenza: per questo in Humanitas è stata pianificata come elemento della formazione dei medici, considerata la sua naturale interazione con le competenze cliniche. I progetti in corso nell’ambito della ricerca di base e clinica sono tesi a verificare l’efficacia di nuovi farmaci, individuare in laboratorio caratteristiche genetiche per la diagnosi e cura delle malattie oncologiche, definire metodi diagnostici innovativi e mettere a punto tecniche operatorie sempre più all’avanguardia grazie al supporto delle nuove tecnologie.
Tutti i progetti si caratterizzano per l’applicazione del modello cosiddetto “traslazionale”, che presuppone una stretta integrazione, con uno scambio continuo di informazioni, fra laboratorio ed attività clinica, fondamentale per poter trasferire in tempi brevi al letto del paziente i risultati della ricerca stessa. Sia nella fase di ricerca innovativa che in quella traslazionale in Istituto vengono utilizzati approcci tecnologici high tech, che vanno dalla genetica all’imaging molecolare (PET, ciclotrone, RMN).
La ricerca in Humanitas è svolta anche in collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali come la Fondazione Michele Rodriguez, istituto scientifico per le misure quantitative in medicina, la Fondazione ARIEL attiva nel campo delle scienze neuromotorie infantili, e la Fondazione Mercuriale per quanto riguarda la ricerca biologica e biomeccanica in area ortopedica.

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